Enna. Truffano oltre 200mila euro a 83enne, quattro arresti e 15 deferiti tutte “brave persone”

Enna. Alle 7 di questa mattina 14 carabinieri della Compagnia di Enna, si sono recati presso le abitazioni dei quattro soggetti, per eseguire un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Enna, su richiesta della locale Procura della Repubblica che ha condotto, in stretta collaborazione con la Stazione Carabinieri di Enna, un’indagine che ha permesso non solo di eseguire gli arresti, ma anche di deferire in stato di libertà altre 15 persone tutte residenti ad Enna e ritenute “brave persone”.
Gli arrestati:
Giovanni Di Prima, nato nel ’47, pensionato; Filippo Laneri, nato nel ’49, pensionato; Mario Di Prima, nato nel ’73, agente di commercio e Gianfilippo Di Prima, nato nel ’77, disoccupato.

L’inchiesta, prese il via alla fine del mese di febbraio dello scorso anno quando i militari della Stazione di Enna, hanno appreso che un pensionato 83enne di Enna, che vive da solo, stava attraversando inspiegabilmente un momento di forte crisi finanziaria, in quanto diversi assegni da lui firmati e regolarmente incassati da terzi, avevano ormai depauperato il proprio patrimonio economico. I militari operanti dopo una serie di preliminari accertamenti hanno subito informato la Procura ennese, sotto la cui direzione sono scattate immediatamente le indagini. Le risultanze dell’attività investigativa, giudicate esaustive e puntuali, hanno permesso di dimostrare che le persone coinvolte nell’inchiesta, tra il giugno del 2010 e l’aprile del 2011, abusando della situazione d’incapacità dell’anziano avevano tratto ingenti profitti, che si sono dimostrati straordinariamente sproporzionati rispetto alla causale dichiarata, ossia la collaborazione domestica. Sino a che non venne avvicinato da suoi “aguzzini”, l’uomo benestante, aveva effettuato regolari prelievi dal suo conto corrente perfettamente proporzionati alla sua pensione, ma dal mese di giugno del 2010, le movimentazioni bancarie divennero a dir poco “anomale”, in pochi mesi erano stati emessi assegni per un ammontare di circa 200.000 euro ed erano stati svincolati anche titoli ed altri investimenti al fine di avere ulteriore liquidità. Carpita la fiducia del 83enne, alcuni di loro lo hanno anche convinto a prelevare direttamente o a farsi consegnare la carta bancomat e anche da questo versante l’esborso è risultato enorme, ben 73.000 euro in poco tempo. La sete di denaro non si fermava davanti al prosciugamento dei conti correnti e degl’altri investimenti, l’anziano è stato infatti spinto ad emettere ulteriori assegni, non incassati per mancanza di fondi, per altri 155.000 euro. Nel corso dell’indagine sono stati anche repertate donazioni sotto forma di scritture private per un ammontare di 180.000. Accertato poi che la cognizione e il consapevole intento di liberalità della persona offesa, nel disporre del proprio patrimonio, di per se deficitaria era stata completamente viziata dal comportamento degli indagati che senza alcuno scrupolo di coscienza avevano approfittato di un inerme vecchietto facendone facile preda dei lori più bassi istinti economici e valutata quindi la capacità criminale e il concreto ed attuale pericolo di reiterazione del reato, l’Autorità Giudiziaria ha emesso il decreto che in data odierna è stato eseguito.