Ai domiciliari il comandante della Stazione dei carabinieri di Catenanuova

Catenanuova. Convalidato l’arresto del maresciallo dell’Arma Giuseppe La Mastra, 42 anni, comandante della Stazione dei carabinieri di Catenanuova. Il Gip al termine dell’udienza di convalida ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari. Il sottufficiale è già stato tradotto in un piccolo centro etneo in casa di parenti. La Mastra arrestato clamorosamente martedì in flagranza di reato dai suoi colleghi dopo il ritrovamento di due pistole nella scrivania del suo ufficio, ha risposto alle domande del Gip del tribunale di Enna Maria Luisa Bruno alla presenza dei suoi difensori, gli avvocati Salvatore e Luigi Spinello dando le sue spiegazioni sulla presenza delle armi e sui motivi per i quali non risultano registrate come sequestrate o depositate presso la Stazione di Catenanuova.
Quanto alla calibro 9 canna corta, La Mastra ha sostenuto che l’arma gli è stata portata da una persona, della quale ha fatto nome e cognome, che gli ha raccontato di averla trovata. Il maresciallo sostiene che stava svolgendo indagini sull’arma per accertarne la provenienza. Una procedura comunque non regolare. Chiunque trasporti un’arma senza avere l’autorizzazione è suscettibile di arresto e quindi anche l’uomo che avrebbe portato la pistola in caserma. In ogni modo immediatamente avrebbe dovuto essere inviata informativa al comando provinciale per le ricerche del caso. Dopo il rinvenimento nell’ufficio del comandante, i suoi stessi colleghi del comando provinciale di Enna in poche ore hanno accertato che la pistola era stata venduta in Svizzera una ventina di anni fa. Quanto alla vecchia pistola calibro 6,35 anche questa scoperta durante la perquisizione nel suo ufficio, il maresciallo ha sostenuto che era stata consegnata da persone che non volevano più detenerla e che lui stesso aveva inoltrato al tribunale di Enna una richiesta sulle procedure da seguire. La Mastra sostiene di essere ancora in attesa di risposta dal tribunale. Anche questa spiegazione non ha convinto il Gip, che ha deciso di mantenere la misura cautelare sia pure ai domiciliari. Per le armi legalmente detenute che i cittadini consegnano, è prevista una precisa procedura che coinvolge diversi uffici. In ogni caso deve essere verificato se effettivamente esiste una richiesta al tribunale di Enna e comunque è anomalo che non risulti alcuna comunicazione verbalizzata al comando di Enna o alla Compagnia da cui dipende la Stazione circa la presenza della pistola. Procedure, comunque, quanto meno irregolari per un sottufficiale che avendo da un decennio ruoli di comando avrebbe dovuto essere a conoscenza dei protocolli operativi.
La Mastra ha dato la sua versione anche sulla presenza di decine di proiettili di diverso calibro anche questi detenuti illegalmente. Il Pm Paola D’Ambrosio, aveva chiesto al Gip la custodia in carcere. A carico del militare pende anche un’indagine per concorso esterno in associazione mafiosa condotta dalla Dda di Caltanissetta che ha disposto la perquisizione, conclusa con l’arresto.
Giulia Martorana