Un vero e proprio ‘monumento-rudere’ abbandonato dal 1866 che rischiava di sparire dal patrimonio storico-architettonico della Città di Geraci Siculo.
Il convento costruito agli inizi del ‘600, dagli Agostiniani della Congregazione di Centorbi (agostiniani-centuripini ordine religioso fondato a Centuripe) è composto di una struttura fatiscente e da una piccola chiesa dedicata al Patrono della Città, San Bartolomeo, dove riposano le spoglie del Conte Francesco I (Ventimiglia) con annessa torre campanaria.
A donare, al comune, parte della struttura (corrispondente ai due terzi) sono stati gli eredi della Famiglia Filippone, Giuseppa e Giovanni, geracesi di nascita ma che da anni vivono a Bompietro.
Donazione accettata dall’Amministrazione comunale, guidata da Bartolo Vienna, già nel 2010, nelle scorse settimane è stata formalmente perfezionata con rogito notarile. “Un gesto encomiabile – ha detto il sindaco Bartolo Vienna – che ci permetterà di salvare la memoria storica di un significativo monumento di Geraci che utilizzeremo per l’attuazione di progetti di cultura e di animazione sociale”.
Sull’ex convento dei Padri Agostiniani l’amministrazione comunale ha presentato un progetto che è stato finanziamento nell’abito del PIST “Città a rete Madonie-Termini” per un importo di € 1.700.000,00. I lavori prevedono il consolidamento e il ripristino di scale, solai, volte e tetti. Previsto anche il recupero del chiostro esterno che, protetto da grandi vetrate, ospiterà un museo dell’acqua, inoltre gli altri locali saranno adibiti a centro di cultura, per manifestazioni, conferenze, convegni e mostre. Un grazie particolare alla Famiglia Filippone è arrivato dal vice sindaco del comune di Geraci Siculo Luigi Iuppa: “Ho un legame particolare con la famiglia Filippone, rapporti di amicizia e stima che ci legano da anni, l’unica richiesta che ci è arrivata è quella di intitolare una sala del convento alla memoria dell’illustre farmacista dottore Antonio Filippone, padre dei nostri benefattori, auspico che presto anche le rimanenti quote degli altri proprietari si accordino con il Comune per portare a termine così il progetto di restauro della struttura”.