Tutela coste: obiettivo del WWF Sicilia

In merito alle recenti polemiche concernenti il “Piano straordinario per la conservazione, la messa a reddito e la valorizzazione dei beni culturali, dei beni forestali e del patrimonio costiero di proprietà regionale”, è intervenuto il Presidente Regionale del WWF Sicilia, Francesco Alaimo, il quale, riservandosi ogni ulteriore opportuno approfondimento in merito, ha ribadito la posizione dell’Associazione relativamente a qualsivoglia “intervento volto ad alterare, aggredire o trasformare anche un solo metro di costa siciliana”.
“Ciò – ha dichiarato Alaimo – sia nel caso di azioni di presunta conservazione delle stesse, compiute al di fuori o al di sopra della normativa vigente (legge regionale n. 98/81 e successive modifiche ed integrazioni), sia nel caso di ambigue e pericolose azioni di “messa a reddito e valorizzazione”.
“Il WWF Sicilia ritiene, infatti, che l’unica valorizzazione di cui necessitano le coste siciliane consista in una maggiore tutela della naturalità degli ambienti, della ricchezza di biodiversità e varietà paesaggistica e della qualità delle acque. Qualunque tentativo di messa a reddito di tali ambienti che non sia una corretta fruizione delle aree naturali protette comporterebbe, infatti, l’inevitabile alterazione di ciò che rimane di davvero integro degli oltre mille chilometri di costa siciliana, di fatto, azzerandone il valore”.
“Il timore è che si voglia far passare per conservazione, messa a reddito e valorizzazione quanto già si è consumato a danno delle nostre coste con la costruzione di stabilimenti balneari, parcheggi, strade, villaggi turistici: distruzione di gran parte del sistema dunale e retrodunale della costa meridionale dell’isola, aggressione e manomissione di preziose zone fociali, distruzione di habitat delle aree delle rupi costiere e delle zone umide costiere…”.
“Non è un caso, al contrario” – ha concluso il Presidente – “che le uniche zone costiere di assoluto pregio sopravvissute in Sicilia siano quelle (fortunatamente) del tutto inaccessibili all’uomo e quelle rigorosamente protette grazie alla istituzione di Riserve naturali: le une e le altre sì di valore indiscusso (e che, perciò, non necessitano di alcuna, ulteriore “valorizzazione”, ma solo di tutela) e già in grado di assicurare, senza alcun intervento strutturale, un ritorno economico (se e dove possibile e compatibilmente con i fini istitutivi delle Riserve stesse) in un quadro generale di sviluppo sostenibile strettamente connesso ad un uso corretto, compatibile e non distruttivo di tutte le risorse del territorio”.