Troina, seminario di studio sulla crisi economico-finanziaria

Troina. C’erano 50 persone, venerdì pomeriggio, nell’aula magna dell’Iiss Ettore Majorana per partecipare al seminario di studio sulla crisi economico-finanziaria con il prof. Giuseppe Amata, docente di economia nell’università di Catania, organizzato dall’associazione culturale Antonio Gramsci. Nell’introdurre i lavori del seminario, Silvano Privitera ha detto che l’attuale crisi è stata determinata dalla finanziarizzazione dell’economia, che ha cambiato i criteri guida dell’azione economica sostituendo la produzione di merci per mezzo di merci con la produzione di denaro per mezzo del denaro e creando denaro dal nulla per mezzo del debito. Giuseppe Amata ha spiegato le cause della crisi utilizzando un approccio di impianto marxista. Il prof. Amata ha detto che “l’attuale crisi è una crisi di sistema del modo di produzione capitalistico che affonda le sue origini nella crisi degli anni ’70 del Novecento”. La crisi investe in modo particolare l’Europa. Debito pubblico e deficit fanno saltare nell’Unione Europea il vecchio patto di stabilità sancito a Maastricht vent’anni fa. A correre il rischio di fallimento non è solo la Grecia. L’attuale crisi sta modificando i rapporti tra le diverse aree del mondo perché, come ha spiegato il prof. Amata, “ le economie emergenti come quelle di Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa (BRICS) avanzano costantemente, seppur con distorsioni interne, capovolgendo i rapporti mondiali in precedenza consolidati”. Aggiunge il prof Amata che “l’economia di questi paesi del BRICS cresce non solo e non tanto per il basso costo del lavoro, ma anche per altri fattori come organizzazione del lavoro, l’innovazione scientifica e tecnica nei processi produttivi, l’andamento del tasso di interesse praticato dalle banche alle imprese ed alle famiglie, molto più basso che in occidente”. Per il prof. Amata si può uscire dalla crisi con modifiche di sistema che riguardano la creazione di una nuova riserva valutaria internazionale e misure macro economiche basate sul rilancio dell’intervento pubblico in economia. Molti i partecipati che sono intervenuti nel dibattito che ne è seguito. Per Sebastaino Pruiti è necessario costruire uno stato europeo. Melina Impellizzeri teme che l’acuirsi della crisi possa rappresentare una minaccia per la pace. Nino Fiore è dell’avviso che il problema sia politico e che si risolve creando l’Europa dei popoli. Anche per Salvatore Leanza la crisi si risolve, se si spinge verso il consolidamento dell’Unione europea. Ugo Amata ritiene che la crisi sia determinata dai disegni politici di supremazia della finanza e delle banche. Marinella Pacino invoca un intervento degli stati nell’economia per riparare i danni provocati dalle politiche neo liberiste. Arturo Impellizzeri, citando l’economista Amartya Sen, si è chiesto se sia possibile tenere insieme alcune istanze liberiste con la democrazia.