Troina: XVI edizione sagra della vastedda cu sammucu

Troina. E’ alla sua XVI edizione la sagra della vastedda cu sammucu che si svolgerà sabato e domenica nel chiostro dell’ex convento Sant’Agostino. La vastedda cu sammucu è il prodotto tipico ed esclusivo della gastronomia troinese, nel senso che si prepara solo a Troina. E’ conosciuta con il nome ‘nfigghiulata. Si prepara impastando farina con strutto, uova, un pizzico di sale, lievito e latte. L’impasto ottenuto è sbattuto a lungo fino a che non assume una morbida consistenza. Si mette a riposo per qualche ora per lievitare. Subito dopo sulla teglia di forma circolare si stende uno strato di quest’impasto sul quale vengono messe fette di tuma e di salame. Il tutto viene ricoperto da un altro strato di impasto sul qual si spargono fiori di sambuco. Si infila la teglia nel forno caldo per far cuocere la vastedda cu sammucu per circa un quarto d’ora. Questa focaccia troinese ha un alto potere nutriente. Fino ad una ventina di anni fa, la vastedda co sammucu si preparava e si consumava solo nei mesi di maggio e giugno durante il periodo della fioritura del sambuco ed in coincidenza con i festeggiamenti di fine primavera in onore di san Silvestro, patrono di Troina. Da quando si organizza ogni anno la sagra, la vastedda cu sammucu è preparata e consumata durante tutto l’anno. Per i troinesi, questo prodotto da forno tipico di un’economia agropastorale è anche il simbolo della loro identità. A rendere tipico questo prodotto della cucina troinese non è l’uso degli ingredienti della gastronomia agropastorale (farina, uova, salame, tuma etc), ma l’uso dei fiori di sambuco come aromatizzante. Nella campagne di Troina ci sono altre piante che possono essere usate per insaporire una pietanza. Perché, allora, proprio i fiori di sambuco? Girando per le campagne di Troina, è facile imbattersi in alberi di sambuco piantati vicino alle vecchie case rurali. Per i contadini troinesi, il legno dell’albero di sambuco non ha mai avuto alcun valore. Allora, perché piantare un albero di sambuco? Gli studiosi di folclore i spiegano che, secondo una credenza popolare diffusa in gran parte d’Europa, si piantavano alberi di sambuco vicino alle case di campagne ed ai monasteri perché al sambuco venivano attribuite proprietà magiche, capaci di proteggere dagli spiriti maligni. Cospargere di fiori di sambuco quel la vastedda troinese, che è ben di Dio, ha un significato propiziatorio.

Silvano Privitera