Enna. Confartigianato: Imprese al collasso abbandonate da istituzioni

Enna. “Le imprese sono al collasso e le istituzioni non stanno facendo nulla per cercare di lenire la grave situazione economica che sta vivendo il settore delle piccole e medie imprese in Sicilia” a lanciare il grido di allarme in rappresentanza delle categorie produttive sono il segretario regionale di Confartigianato, Salvatore Puglisi e Maria Concetta Cammarata (nella foto) presidente regionale “Impresa Donna” di Confartigianato. Il segretario regionale Puglisi, che ha già inviato una lettera sulla profonda crisi vissuta ai prefetti e ai questori che operano nelle nove province siciliane, oggi spiega la forte azione che a tutela della categoria è stata intrapresa da Confartianato: “Prorio quelle piccole e medie imprese –dice Puglisi- che nel secondo dopoguerra furono il motore trainante dell’economia italiana e che portarono al benessere socio-economico nei passati decenni, stanno vivendo una situazione al limite della miseria, con imprenditori che sono spesso costretti a licenziare anche i propri familiari dalle imprese, se non addirittura a chiudere le loro attività. In questo momento siamo rappresentati da un governo avulso dalla realtà, da un tessuto imprenditoriale di piccolissime e micro imprese , di eccellenze d’artigianato da sempre fiore all’occhiello italiano impossibilitate ad intraprendere nuove iniziative imprenditoriali, a causa delle burocrazie farraginose, delle tassazioni altissime vicino al 70%, delle regolamentazioni imprenditoriali di epoche remote, e come se non bastasse con l’impossibilita di accesso al credito bancario”. Puglisi continua:“Confartigianato crede in un mondo imprenditoriale di meritocrazia e legalità, fatto di piccole aziende che scommettono le loro capacità e che non vogliono più subire umiliazioni perchè fuori da schemi finanziari poco chiari e rivolti a macro imprese vicine ai posti di potere. Oggi si parla molto di legalità vorremmo chiedere ai nostri governanti se è cosi legale concedere prestiti alle banche, volutamente fatte diventare imprese libere all’1% e dar loro la possibilità di “investire” gli stessi nell’acquisto di eurobond . Questa si chiama “speculazione”a discapito di tutti quei cittadini onesti che fino ad ora senza nessun aiuto hanno continuano a sostenere un Paese ed un Europa a loro fortemente ostili fino al punto da portare alcuni di essi a gesti disperati. Tutto ciò è diventato insostenibile e per questo chiediamo l’attenzione immediata alle autorità competenti certi della loro sensibilità e professionalità alle quali vogliamo sottoporre nuove idee che riteniamo dovrebbero essere prese in considerazione per far fronte al problema. Una di queste è la costituzione di nuova banca artigiana, rivedendo le regole sui protesti, sulle iscrizioni al Crif e tanto altro ancora. Occorre adeguarsi a regole di paesi europei più virtuosi”.
Poi la presidente regionale “Impresa Donna” Maria Concetta Cammarata aggiunge: “ Monti parla di “lavoro onesto a gente onesta” crediamo che sia arrivato il momento di mettere in pratica quanto detto con azioni di buon senso e non più dettate da meri interessi internazionali. Bisogna ridare dignità a tutti i piccoli imprenditori. Questa è un emergenza nazionale, umanitaria, che esige risposte immediate da uomini che dimostrino buon senso nel costruire il futuro. Vorremmo poter dire alle generazioni future ed anche e a noi stessi, che questo bellissimo paese riuscirà a superare la crisi. Denunceremo tutti i soprusi e gli atteggiamenti assolutamente poco professionali di funzionari di banche”. La Cammarata conclude proponendo:“Se i vincoli legati a logiche contorte di mercato ci impediranno ulteriormente di poter lavorare con gli attuali istituti di credito chiederemo la immediata costituzione di una banca artigiana con scopi sociali”.

Marta Furnari