Mafia. Aidone: omicidio Saffila, si apre il processo

Ad organizzare l’ omicidio “di mafia”, a fine anni ’90 ad Aidone, con la collaborazione della mafia di Gela per vendicare l’assassinio di suo padre, avvenuto vent’anni prima, per la Dda di Caltanissetta è stato l’imprenditore agricolo Gabriele Giuseppe Stanzù, valguarnerese di 50 anni, attualmente detenuto, mandante dell’omicidio del trattorista Franco Saffila di Aidone. Nei suoi confronti domani si apre il processo con il rito abbreviato, richiesto dal suo difensore, l’avvocato Antonio Impellizzeri, dopo che il pm della Dda Gabriele Paci aveva ottenuto l’emissione di un decreto di “giudizio immediato” dal Gip. Il processo si aprirà di fronte al Gup di Caltanissetta David Salvucci. Il delitto sarebbe stato commesso da due killer di mafia di Gela, mandati dal boss Emmanuello, che Stanzù aveva favorito fornendogli luoghi dove nascondersi. L’omicidio è avvenuto il 28 settembre del ’98 e per l’accusa, Stanzù considerava la vittima responsabile dell’uccisione di suo padre, avvenuta vent’anni prima con le stesse modalità (colpi di fucile al viso) e nella stessa campagna dove fece uccidere il trattorista. Non servirà più sentire i sette testimoni che sono quasi tutti pentiti, che hanno parlato del delitto: Crocifisso Smorta, Giuseppe Scicolone, Massimo Carmelo Billizzi, Francesco Sarchiello, Emanuele Celona, Angelo Cavaleri e Gianluca Gambino. L’indagine è stata condotta dagli agenti della squadra mobile di Enna, diretta da Giovanni Cuciti. Secondo la difesa è innocente e anche il suo arresto si sarebbe dovuto annullare, perché gli indizi erano scarsi e smentiti dalle indagini difensive. Il principale accusatore di Stanzù è proprio Billizzi di Gela, un killer di mafia reo confesso dell’omicidio e pentito; ha detto di aver agito su mandato del suo boss Daniele Emmanuello per fare un favore a Stanzù, suo amico personale. Altri elementi accusatori sono arrivati cinque mesi fa, con la testimonianza del secondo killer, Francesco Sarchiello, che ha detto di aver partecipato all’agguato, ma che ad uccidere Saffila fu Billizzi. Agli investigatori ha confessato che lui aveva partecipato ad un assassinio commesso “in provincia di Enna assieme a Billizzi”, di non conoscere la vittima, di aver agito per fare un favore a un allevatore amico di Emmanuello.