Calascibetta. Ancora chiusa la SS 290, continuano a rimbalzarsi le responsabilità

Calascibetta. Continua a rimanere chiuso il tratto della statale 290, quello che da Calascibetta giunge al bivio di Villapriolo. “Gli enti preposti – sostengono gli automobilisti- avrebbero già dovuto concordare gli interventi da fare, invece continuano a rimbalzarsi le responsabilità”. Il crollo del costone roccioso infatti si è verificato lo scorso mese di marzo ma a distanza di quattro mesi non si vede nessuno spiraglio per la riapertura dell’importante arteria. Attualmente la statale è invasa dai macigni caduti dalla parete rocciosa situata lungo un’area che ricade all’interno del Demanio Forestale in contrada Gaspa La Torre (territorio di Villarosa).
La domanda che adesso molti automobilisti si pongono è “Quando riaprirà al traffico la Statale 290, una strada che collega l’area sud con quella nord dell’Ennese. Collega il territorio della provincia di Enna con quello del palermitano, Gangi, Alimena, Petralie. Collega Calascibetta con il borgo di Cacchiamo, con la frazione di Villapriolo e con Villadoro, ma anche con il grosso centro di Nicosia. Azzardato ipotizzare una data relativa alla riapertura della statale, ma certamente i tempi non saranno brevi. Non fosse altro perché il tentativo di realizzare un possibile bay-pass, oltretutto provvisorio, sembra tramontato. Da attendibili indiscrezioni si è infatti saputo che il proprietario del terreno, dove si sarebbe dovuta realizzare la “strada alternativa”, avrebbe chiesto per l’esproprio al Comune di Villarosa qualcosa come 400 mila euro. Una richiesta che avrebbe fatto storcere il naso al sindaco di Villarosa Franco Costanza. Si tratterebbe infatti di una somma eccessiva da sborsare per il Comune. Quella del by pass – va detto – era stata un’idea inizialmente bocciata da alcuni tecnici dell’Anas, anche per gli eccessivi costi. Cosa fare allora? L’Anas ha detto chiaramente che se prima non verrà messo in sicurezza l’intero costone roccioso non procederà a sgomberare la strada dai massi.
L’altra soluzione sarebbe quella di operare direttamente sul costone roccioso: sganciare la parte pericolante e successivamente mettere in sicurezza, tramite l’utilizzo delle reti metalliche, l’intera parete. Intanto sono già trascorsi quattro mesi, le prime piogge autunnali sono alle porte e per molti automobilisti, costretti a percorrere strade alternative, strette e tortuose come quelle che attraversano il bosco dell’Altesina e quello di Gaspa, si avvicinano le insidie. Insomma le difficoltà per chi è costretto ogni giorno a viaggiare non mancano, inoltre anche i tempi di percorrenza si sono allungati. E poi c’è il gestore dell’unica attività commerciale presente nel borgo di Cacchiamo, venti chilometri da Calascibetta, che da quando la statale è chiusa il bar è quasi vuoto. Prima si fermavano molti automobilisti di passaggio, adesso la gente percorre altre arterie così per il proprietario del locale è un vero dramma lavorativo.
Francesco Librizzi