A chiedere l’archiviazione è stato lo stesso Pm sulla scorta della assoluta mancanza di rifiuti pericolosi nell’area sequestrata. Sulla vicenda è stata disposta una consulenza tecnica che ha escluso non solo contaminazioni per l’ambiente, ma anche che vi fossero rischi di inquinamento. L’avvocato Piero Patti, difensore di Cassarà ha poi prodotto documentazione difensiva che ha dimostrato come nella sua veste di direttore dell’Umberto I, Cassarà avesse posto in essere tutte le azioni per la bonifica dell’area che erano di sua competenza. Sono stati prodotti, tra l’altro, i solleciti a provvedere inviati a Sicilia Ambiente e la lettera di incarico ad una ditta privata per il ritiro e lo smaltimento dei rifiuti. «Si è chiusa così una vicenda che avuto un’eco assolutamente esorbitante rispetto alla realtà dei fatti – ha commentato l’avvocato Patti – della quale si è perfino occupata la stampa nazionale, che ha dato una ingiusta immagine negativa dell’Umberto I».
La stessa procura dopo gli accertamenti, aveva disposto il dissequestro dell’area, un piazzale di circa 400 metri quadrati, per consentire lo smaltimento dei rifiuti contenuti e la bonifica da macchinari, computer, cartoni, che vi erano stati posti provvisoriamente in attesa dello smaltimento. L’area era stata ripresa dall’alto e le immagini avevano confermato una situazione di degrado, con i rifiuti contenuti, la tipologia, il sistema con il quale erano stoccati in quello che avrebbe dovuto essere solo un deposito temporaneo.