Determinata morte economica, demografica, occupazionale: declino irreversibile di NICOSIA

Il sindaco Sergio Malfitano denuncia il tradimento di Pdl e Pd con la complicità dell’Udc.

L’area Nord e Nicosia tradite, ancora una volta, dai giochi politici. E’ già accaduto quando Nicosia doveva diventare capoluogo e all’ultimo minuto fu Castrogiovanni a diventarlo. Adesso, però, la soppressione del tribunale è un evento ben più grave, perché determina la morte economica, demografica, occupazionale, di un territorio.
Giochi fatti e tribunale chiuso, sacrificato, ufficialmente, perché si salvano quelli in territori a rischio criminalità organizzata, ma in realtà immolato sull’altare degli interessi elettorali. Nicosia e il suo circondario pesano certamente molto meno di Caltagirone che oltre a avere un indiscutibile “rischio criminalità”, aveva la deputata del Pd Marilena Samperi in Commissione giustizia. Quella stessa Samperi che si era impegnata ricevendo le delegazioni di amministratori e avvocati nicosiani, a “fare l’impossibile per salvare Nicosia” e che ieri pomeriggio si è perfino vantata su Facebook di avere difeso il suo tribunale.
Certo in Italia il “conflitto di interessi” è materia da orticaria, ma un po’ di pudore non guasterebbe tanto più che dei tribunali da sopprimere in Sicilia si sono salvati solo Caltagirone e Sciacca, in provincia di Agrigento, città che ha dato i natali a Luigi Birritteri, capo del Dipartimento organizzazione giudiziaria del ministero, dove è stato chiamato da Alfano, che pur provenendo dal tribunale di Caltanissetta, dove era Gip ben conosceva la realtà di Nicosia e del suo territorio.
Ma tant’è. A Nicosia non è stata riconosciuta la deroga di “tribunale di montagna”, prevista dalla Legge delega. Sfugge la ratio di un provvedimento che non farà risparmiare nulla allo Stato e impoverisce i cittadini, perché si perde popolazione, introiti in termini di affitti e commercio, si svalutano immobili e attività di impresa, si mette la valigia nella mani dei giovani, si chiuderanno scuole e uffici. E la “furba Enna” se la ride perché se verrà soppressa come provincia avrà un grosso tribunale e investimenti da gestire perché si dovrà ampliare l’esistente.

La notizia, che il Consiglio dei ministri ha varato la legge di riordino dei tribunali e che quello di Nicosia verrà soppresso ed accorpato ad Enna, si è diffusa nel primo pomeriggio di ieri. Una notizia annunciata, dopo il colpo basso della Camera che il 3 agosto, azzerando il parere della Commissione Giustizia di Camera e Senato ha cancellato Nicosia dalla proposta al Governo. Il tribunale chiude. Tempi e modalità dello smantellamento di un pezzo di storia e, soprattutto, di un presidio giudiziario che ha garantito alla città un’economia dinamica pure nel bel mezzo della crisi, si conosceranno nel dettaglio nei prossimi giorni, quando sarà ufficializzato il testo completo della legge.
«Sono amareggiato, addolorato, arrabbiato. E’ difficile per me spiegare i sentimenti che provo in questo momento – ha commentato a caldo il sindaco Sergio Malfitano – perché vedo che il futuro della città e di tutto il territorio è stato stroncato. Infatti, in tanti studi è stato dimostrato che la chiusura del tribunale comporterà un declino forse irreversibile. Ma il fatto più grave è che un ministro della Giustizia che rappresenta il caposaldo del sistema, vanifichi il diritto dei cittadini ad accedere ad un servizio costituzionalmente garantito». È di questi giorni la notizia dei tagli ai contributi alle ditte che gestiscono i trasporti con autobus e che alcune corse sono destinate a “saltare”. Cosa farà il cittadino di Cerami che già oggi per raggiungere Enna a 50 chilometri ha un tempo di percorrenza di 8 ore, quando verrà ad esempio cancellata anche una sola corsa?
«Il tribunale è stato oggetto di baratti e di scambi tra deputati – sottolinea Malfitano – e questo emerge dai verbali della Commissione perché è stato denunciato da un parlamentare e verbalizzato. Pd e Pdl con la complicità dell’Udc hanno deciso a tavolino, mostrando disprezzo per le giuste motivazioni rappresentate, quando abbiamo chiesto non privilegi, ma il riconoscimento di un diritto previsto dalla legge delega. Come si può ritenere ragionevole la chiusura di presidi di giustizia in zone come la nostra, dove non ci sono neanche strade degne di questo nome e dove una nevicata ci blocca perché anche gli spazzaneve sono in numero insufficiente, o nelle isole dove una mareggiata può bloccare i collegamenti per giorni? Esigo risposte a queste domande. Temo che anche le nostre deputazioni abbiano alla fine remato contro, perché per Enna si potrebbero prospettare nel medio e lungo termine, investimenti milionari». Malfitano sottolinea che i giochi erano fatti già un mese fa, quando informalmente dal congresso regionale dell’Udc – al quale lui non ha partecipato per protesta – arrivarono indiscrezioni secondo le quali i tribunali da salvare su 38 sarebbero stati sette. «Che rabbia avere coscienza che mentre noi ci affannavamo per dimostrare che Nicosia è tribunale di montagna, già era tutto deciso e che siamo stati giocati da Pd, Pdl e Udc che esprimono deputazioni nazionali e regionali. Si ricordino che in autunno si vota per le regionali e in primavera per le politiche, e che gli elettori sono stati umiliati, colpiti nei diritti e negli interessi».