Libro di Cataldo Naro riaccende il dibattito sui cristiani e la politica
Enna-Cronaca - 21/08/2012
Con gli “Scritti brevi su Cristianesimo e politica”, recentemente presentati a Palermo e raccolti nel volume “Sul crinale del mondo moderno”, (1) nella prestigiosa collana di studi del Centro “A.Cammarata”, fondata da Cataldo Naro ( 1951-2006) ed ora diretta da Massimo Naro, curatore del nuovo saggio, si torna con profetica ispirazione a partecipare al dibattito sulla politica ed i cristiani nel loro impegno laicale.
E l’annuncio del rinnovo dell’Assemblea Regionale trova negli scritti di Naro pagine di una memoria dei cattolici in politica che hanno onorato le Istituzioni.
Avevamo attenzionato “Le Omelie“ di Cataldo Naro (dalla raccolta voluta dall’Arcivescovo di Monreale Ecc.za Mons. Salvatore Di Cristina, nel cuore del suo impegno pastorale ed ospitate su l’Osservatore Romano (2).
Ma quì, ora, emerge l’altra Sicilia, quella conosciuta nella sua attività di studioso, di storico e di Arcivescovo di Monreale, quella a cui ha dedicato risorse e attenzioni verso un laicato ministeriale antelitteram, pre e post- conciliare, quella dei laici, dei sacerdoti e dei religiosi, vocati a vivere la loro cristianità senza centesimarla in culti e tradizioni, ma nella fedeltà all’insegnamento della Chiesa, al Vangelo, come alle Encicliche, ai documenti conciliari, sul “crinale del mondo moderno”.
E’ la Sicilia che Naro onora per la sua cultura sociale, per le sue intuizioni politiche, per l’intraprendenza nel lavoro, nell’Isola ed all’estero, (vedi l’evoluzione delle Casse rurali e della Cooperazione), per la fecondità e l’inventiva dei movimenti e delle associazioni, che offrono, anche nei momenti di crisi, energie umane creative e risorse atte a superare le difficoltà storiche contingenti, per proiettarsi al domani senza distruggere le speranze.
La sua storia di glorie e sconfitte, di violenze sofferte, di condizionamenti legati anche alla scarsezza di iniziative educative ed alla lontananza e disaffezione dei centri reali dei governi nazionali verso i cittadini “sudditi”, che attendono la giustizia per generazioni o per le perorazioni dei “Cicerone” o dei magistrati coraggiosi, e verso i politici locali facilmente cooptati ed asserviti dalle lusinghe del potere rappresentativo (3).
La Sicilia che emerge dagli scritti di Naro è quella di Sturzo, di Milazzo, di Corrao, di Alessi, Aldisio, Ambrosini, Mattarella, e prima di La Loggia, Bonfiglio, Fasino, Nicoletti, Nicolosi e tanti altri, che, pur nelle strettoie di atavici poteri extralegali, mai sradicati, per compiacenze o silenzi, si sono operati a sperimentare convergenze politiche innovative per trovare, tra le forze partitiche in gioco, soluzioni ai problemi delle aree povere dei territori contaminati da intermediazioni parassitarie.
Né sfuggono allo storico delle chiese e della società di Sicilia, i grandi laici civili, non gli eroi, come non vorrebbe venissero chiamati Nino Alongi (4), le storie comunque di eccellenze tra i servitori dello Stato e delle istituzioni laiche e religiose,care al giornalista Dino Paternostro che non le trascura nei suoi servizi su “La Sicilia”.
Sono i magistrati, i sindacalisti, i sindaci, gli amministratori, gli operatori delle forze dell’ordine, i sacerdoti, i politici che non si sono piegati alle leggi della violenza, quale la calda terra vulcanica sprigiona, ed a quelle della illegalità, che, quando si perdono i valori della fede, della giustizia, si diffondono come identitarie di un costume sempre più diffuso.
Naro non nasconde il clima di “violenza” che ha accompagnato le vicende della Sicilia e che ha colpito anche la politica. “ìn, in Sicilia c’è stata questa violenza, che contribuisce connotare particolarmente la nostra storia e che costituisce come il “disvalore aggiunto della storia della Sicilia”. Non possiamo ignorarlo e neanche tentare di dimenticarli (5).
Ed aggiunge Naro nel capitolo sul “contributo della santità dei cristiani, anche politici, alla storia siciliana“ (6). Non si tratta degli uomini delle stucchevoli celebrazioni delle memorie, quasi una sublimazione per dimenticarli all’evento successivo che non tarda a presentarsi.
Naro li rispetta e li propone alla nostra talvolta disamorata attenzione, che soccombe davanti alla diffusa antipolitica.
In quell’identitario coraggio dei molti, noti ed ignoti cittadini, che hanno compiuto il loro dovere, Naro sembra trovare l’humus, la radice di una cultura umana impregnata di cristianesimo, che nutre il senso della libertà, della giustizia, dell’accoglienza e del relazionarsi con gli altri, delle autonomie laicali della politica, che rifiutano istanze separatiste, ma che trovano nelle autonomie locali, non lo spirito delle polis greche, ma la modernità di proporsi difensori delle organizzazioni federali, a livello europeo, ed internazionale, quali garanti di democrazia vigilata e solidaristica.
E’ così che lo storico Naro è indotto a presentare “modelli di cristiani politici per il nostro tempo” (6 ), e lo fa non da osservatore intellettuale, senza finalismi vocazionali, ma da pastore della Chiesa, che ha servito per l’intera esistenza, che recepisce nella sua missione universale di contagio e di testimonianza da ritrasmettere e dalla quale riceve conforto.
“Sono ormai diversi – scrive – i candidati agli onori degli altari tra i politici del secolo (XX), che si è appena concluso: i francesi Edmond Michelet e Robert Schuman, Giuseppe Lazzati e i due siciliani Giorgio la Pira e Luigi Sturzo.
“Sono uomini politici nel senso moderno del termine, cioè impegnati in politica (7) “nel quadro di un sistema democratico parlamentare, che hanno fatto vita di partito, si sono presentati alle elezioni, sono stati eletti, hanno fatto parte di esecutivi di governo solo per il periodo limitato del loro mandato (per questo non ho fatto il nome di un’altra figura di politico e amministratore siciliano, del quale è in corso il processo di beatificazione: Francesco Paolo Gravina, principe di Palagonia, che fu pretore, oggi diremmo sindaco di Palermo, per nomina regia, negli anni trenta dell’Ottocento, dunque prima dell’unificazione nazionale)“.
Pagine di incoraggiamento alla politica quelle di Cataldo Naro che meditano approfondimenti, dibattiti, letture attente. Sono le sue parole di richiamo alle nobili tradizioni democratiche dell’Isola, attuali, necessarie nelle lunghe vigilie, che ci apprestiamo a vivere in Sicilia.
E sembra che gli scritti aiutino a superare il diffuso odierno pessimismo verso la partecipazione dei cittadini alla vita delle istituzioni: “la politica, scrive nel Saggio il Nostro, “non è qualcosa di inevitabilmente connesso con una certa dote di corruzioni e di immoralità, ma che anzi è un’attività nobile, perché è finalizzata al bene comune, è cioè l’uso del potere legittimo per far sì che gli uomini e le donne, nelle famiglie e nei gruppi sociali, possano realizzare una loro autentica promozione, un processo di umanizzazione, nella pace e in un’ordinata convivenza”. Ed aggiunge: “Quella politica è, perciò un’attività che esige grande dedizione, vera competenza,sincero desiderio di giustizia nella ricerca costante e paziente di ogni forma di discriminazione tra le persone” (6).
Le parole di Cataldo Naro, senza alcun immiserimento, hanno trovato ascolto e riscontro negli affollati incontri e nelle iniziative, promosse per la formazione dei giovani alla politica, nell’Isola, da Pier Ferdinando Casini, Cesa, Buttiglione, D’Onofrio, D’Alia, nel presentare la loro fatica partitica, che trae origine dal pensiero sturziano, che difende i valori della laicità dell’impegno dei cristiani, tanto cari a Giuseppe Savagnone nel suo saggio “I cattolici e la politica oggi” e lo sforzo convergente di portare le forze più legate alla democrazia ad impegnarsi per il bene comune della Sicilia (9).
Sono parole quelle del presente saggio, che guidano anche l’associazionismo ecclesiale verso progetti di azione educativa unitaria, sempre più coordinata, nelle Consulte diocesane e regionali delle Aggregazioni Laicali (10)
E si scoprono, tra i presenti al richiamo delle iniziative di Casini,ed alle attività promozionali delle consulte laicali, non pochi politici, uomini e donne, che si richiamano all’ispirazione cristiana. Fanno parte di diverse formazioni partitiche, ove portano valori laici di un impegno nelle istituzioni, teso al bene della comunità isolana ed ispirato ad una radicale intransigente determinazione alla legalità, alla uguaglianza delle opportunità da offrire ai cittadini, al solidarismo verso i gruppi, le famiglie, che richiedono un rispetto per le diversità sociali, culturali, economiche, territoriali.
Ferdinando Russo
onnandorusso@alice.it
1) C.Naro, (a cura di Massimo Naro), ”Sul crinale del mondo moderno” in Scritti brevi su Cristianesimo e politica. Salvatore Sciascia Editore ,Caltanissetta-Roma 2011 prefazione di Agostino Giovagnoli, Postfazione di Nicola Antonetti
2) F.Russo in Le Omelie di Cataldo Naro , http:// cataldonaro.wordpress.com-vedi Liturgico 2004/2005 del 5 novembre 2008
3) N.Alongi su La Repubblica di Palermo del 1 agosto 2012.
4) N.Alongi in La Repubblica di Palermo domenica luglio 2012-08-01
5) C.Naro, (pag -363 -364 ibidem)
6) C.Naro, (pag. 351- 358 – 360 ibidem)
7) F.Russo, Se un partito tenta di rinascere in CNTN, Palermo, Anno XII, 12Febbraio 2012
8) F.Russo in Cataldo Naro in www.cdal-monreale.it
9) A.Russo in www.google.it e in www.vivienna.it alla voce Antonella Russo e le Pari Opportunità e la lotta alle discriminazioni
10) Le Consulte delle Aggregazioni Laicali in Sicilia in www.cdal-monreale.it o in www.google.it alla voce Ferdinando Russo ed il Laicato