Deferite alla Magistratura 13 persone fra uccellatori e venditori abusivi per varie ipotesi di reato relative alle norme penali in materia di fauna selvatica e maltrattamento degli animali; sequestrati quasi 200 uccelli protetti (soprattutto cardellini) e 2 gabbie-trappola per la cattura illecita di avifauna. All’operazione di polizia giudiziaria ambientale hanno partecipato le Guardie Giurate
zoofile e venatorie dei Nuclei regionali del WWF e della LIDA
E’ stato necessario l’ausilio di un mezzo furgonato della Polizia per il trasporto di tutte le gabbie e gli uccelli sequestrati, che successivamente sono stati affidati alle cure veterinarie del Centro recupero fauna selvatica di Messina gestito dall’associazione MAN.
Dagli elementi raccolti, Polizia e Guardie WWF e LIDA ritengono che l’operazione abbia permesso di stroncare un vero e proprio racket, un sistema organizzato e strutturato che prevedeva un florido commercio abusivo di animali protetti. La mole delle attrezzature sequestrate e la perfetta organizzazione di strutture e sistemi scoperte durante il blitz, fa ritenere che in quel mercato si registri annualmente un traffico di molte migliaia di esemplari di avifauna selvatica, una realtà criminale di importanza nazionale che fa di Messina una “insospettata” centrale del traffico di fauna in Italia!
Al termine dell’operazione sono stati sequestrati quasi 200 cardellini, verzellini e zigoli; deferiti alla Magistratura per vaie ipotesi di reato (dalla detenzione di specie protette al commercio abusivo; dal maltrattamento animale al furto di fauna patrimonio dello Stato) almeno 13 soggetti (tra cui un cittadino extracomunitario) artefici di questa vera e propria “centrale abusiva di uccellagione”. In particolare è stato denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Messina un soggetto che aveva escogitato un sistema raccapricciante per catturare uccelli destinati alla vendita: ad alcuni cardellini era stata applicata sul dorso e sul petto una sorta di imbracatura di sottili fili che terminavano con un gancio di metallo, perennemente “indossato” dai poveri uccellini. A tale gancio l’uccellatore collegava una cordicella con la quale strattonava ripetutamente gli animali che così svolazzavano (rimanendo tuttavia legati e quindi impossibilitati alla fuga) attirando altri uccelli selvatici che finivano nelle reti o nelle trappole!
“Per il numero di animali sequestrati e di persone denunciate, quella di Messina rappresenta indubbiamente l’operazione di polizia più corposa finora operata in Sicilia in materia di lotta al commercio clandestino di fauna selvatica, ed una delle più grosse a livello nazionale” dichiara Carlo Aprile, esperto antibracconaggio del Nucleo regionale delle Guardie WWF che ha condotto le prime indagini sul mercato clandestino di Messina. “Gli accertamenti proseguiranno per valutare con precisione tutte le altre eventuali responsabilità penali dei soggetti che sono stati denunciati domenica – prosegue Aprile – in stretta collaborazione con la Questura di Messina, cui va il nostro plauso per l’ottima organizzazione dell’operazione effettuata domenica che ha permesso di stroncare un florido racket e di riaffermare la legalità anche nel campo della tutela del patrimonio faunistico appartenente allo Stato”.