Ancora indendi dolosi a Nicosia. Sindaco dichiara lo stato di emergenza e di calamità

Nicosia. Ancora un incendio di origine dolosa nella zona di monte San Giovanni, ma questa volta il fronte sarebbe stato appiccato alla discarica Canalotto. Le fiamme sono divampate nel primo pomeriggio di ieri e subito la situazione si è profilata complessa sia per la presenza del siti di stoccaggio dei rifiuti, che anche se chiuso dal 2005 oltre a contenere Rsu è anche in attesa di bonifica, sia perché le fiamme hanno minacciato le pendici del monte che sono particolarmente impervie. Ai primi di agosto un fronte appiccato nella tarda serata aveva risalito le pendici fino in cima, provocando distruzione e danni e minacciando due antiche ville nobiliari. Gli incendiari, quindi sono tornati in azione e questa volta rischiando di creare una catastrofe ecologica con conseguenza pesantissime alla salute ed all’ambiente per la diossina che si sprigiona dai rifiuti bruciati. Sul posto sono intervenute le squadre del Corpo forestale del distaccamento di Nicosia ed i mezzi aerei. Ad effettuare lanci sono stati due elicotteri Sierra e un canadair. Ci sono stati anche problemi per l’approvvigionamento idrico degli elicotteri: il proprietario di un invaso artificiale non voleva che i Sierra attingessero l’acqua dal laghetto. La situazione è stata risolta dopo che il vicesindaco Amoruso ha fatto comunicare al proprietario che sarebbe stata emessa una ordinanza con tingibile e urgente di requisizione dell’invaso artificiale. I danni sono pesantissimi e ci sono forti timori per le conseguenze dei fumi tossici che si sono levati dalla zona. L’area del Canalotto, infatti è inquinata e l’Arpa già da tempo ha diffidato ad effettuare la bonifica. Oltre alla discarica chiusa dalla magistratura per violazione delle norme ambientali, nella zona ci sono altre due discariche, una delle quali, la più vecchia chiusa negli anni ’80 non è stata bonificata ed avrebbe contaminato l’area con sostanze tossiche tra le quali anche metalli pesanti. La discarica provvisoria è stata invece bonificata trasferendo i rifiuti nella “nuova Canalotto” quella poi chiusa e sequestrata.
L’inchiesta nel 2005 aveva portato ad accertare che terreno misto a rifiuti, provenenti dalla discarica provvisoria e dal conferimento di Rsu che era stato autorizzato durante i lavori, vennero sparsi nell’area del canalotto e nel vallone sottostante, mischiati a terreno imbevuto di percolato. Tecnicamente non si ha una reale misura del grado di inquinamento della zona e dell’estensione della superficie contaminata, ma qualunque incendio su questa vastissima aree è una bomba ecologica. Sulla mancata bonifica del sito dopo il sequestro, il procuratore capo di Nicosia Fabio Scavone da mesi ha aperto un’inchiesta e ci sono già alcuni iscritti nel registro degli indagati. L’incendio di ieri, che non è neanche il primo nella zona potrebbe portare ad una ulteriore indagine per accertare se l’area del sito fosse stata messa in sicurezza con i presidi di prevenzione antincendio, cioè con linee taglia fuoco e diserbo. Il sindaco Malfitano ha affidato incarico ad un esperto di ambiente per effettuare le analisi al Canalotto. La relazione è stata depositata in questi giorni, ma ancora non sono state rese note le conclusioni dell’esperto nominato dal Comune. Intanto è stato dichiarato dal Sindaco lo stato di emergenza e di calamità.

«Proclamo lo stato di emergenza – ha dichiarato Malfitano – perché è una situazione gravissima. Abbiamo subito una devastazione del territorio senza precedenti. Lunedì trasmetterà gli atti alle autorità competenti per avere riconosciuto lo stato di disastro». Malfitano non esagera a parlare di disastro: basti pensare che nell’incendio dell’Intronata e Tiri che ha bruciato per 3 giorni sono andati in cenere 1200 ettari di terreni e che in quello dell’Altesina, riserva naturale selvaggia probabilmente unica sono andati distrutti 800 ettari dei quali 426 di bosco in piena riserva. Ci sono poi alcune centinaia di ettari bruciati nella sfilza di roghi dolosi appiccati in tutto il territorio, compreso il centro urbano, come nel caso di Parti Gurri, Educatorio, pendici del castello, San Giovanni Monte Oliveto. Numerose le segnalazioni di auto sospette, ma fino a questo momento gli incendiari non sono stati individuarti.