Per raggiungere Gagliano percorsi stradali paragonabili più a trazzere che a strade

Gagliano. Torna settembre e il problema della viabilità nella zona nord della provincia di Enna rimane cronico. Le scuole stanno per riaprire e per studenti e lavoratori pendolari torna il calvario delle strade impraticabili e malsicure. Chi percorre le strade di collegamento fra Troina, Gagliano, Agira e Nicosia diventa sempre più insofferente di fronte a percorsi stradali paragonabili più a trazzere che a strade. Gli anni passano, ma la viabilità provinciale più che migliorare peggiora a causa di frane e smottamenti. A dimostrare la pericolosità di queste pseudostrade sono i recenti incidenti che hanno visto coinvolti un troinese ucciso dal cedimento di un muraglione e un gaglinese gravemente ferito in un incidente con lo scooter.
Nessuna strada che porta a Gagliano è in sicurezza. Da Gagliano verso Troina gli improvvisi avvallamenti del manto stradale sono veri e propri gradini che distruggono le auto. Verso Nicosia il manto è talmente deformato da diventare paragonabile a un lago quando piove; lo scorso inverno il livello dell’acqua salì fino a coprire le ruote delle auto. La strada che conduce ad Agira, e quindi all’autostrada Catania-Palermo, è un disastro, chiusa ai mezzi pesanti, che percorrono un itinerario più lungo e malsicuro.
Come se non bastasse, i cittadini di Gagliano e Troina si sono visti improvvisamente aumentare anche il biglietto dell’autobus perché l’azienda di trasporto deve fare i conti con una maggiore usura dei mezzi e un ulteriore spreco di carburante, visti i percorsi più lunghi. Basti pensare che bisogna impiegare due ore e mezzo per percorrere 62 km da Troina ad Enna. Sono tanti i disagi per gli autobus anche in termini di coincidenze delle corse. “Ogni giorno è come se partissimo per un pellegrinaggio – dice un autista -. Qualcuno pensa forse che le nostre strade siano ancora percorse da carretti siciliani? E’ una vergogna che gli studenti debbano impiegare cinque ore tra andata e ritorno per raggiungere la propria scuola”.

Valentina La Ferrera