Enna. Venti cani di cacciatori avvelenati nella zona di contrada Pollicarini a Pergusa

Ancora casi di avvelenamenti di cani ad Enna, ma questa volta a cadere nella trappola di gente senza scrupolo, non sono i randagi, bensì ben venti cani di cacciatori avvelenati nella zona di contrada Pollicarini a Pergusa. L’allarme è lanciato dall’associazione ennese animalista Alphadog i cui componenti hanno assistito ad una scena pietosa in cui si vedevano i cani buttare bava, tremare a causa del veleno, soffrire immensamente, cadere e cercare di rialzarsi in preda a spasmi atroci. Solo grazie all’intervento immediato dei volontari di Alphadog che hanno avvertito le veterinarie Costa e Modafferi si è evitata una mattanza perché un solo cane è morto dopo oltre sei ore di operazione, mentre sembra che tutti si siano ripresi. Nei giorni scorsi qualcuno aveva avvelenato i cani di una zona residenziale di Enna Bassa, e ciò aveva provocato indignazioni da più parti anche politiche.
“Ringraziamo le dottoresse Costa e Modafferi per la loro professionalità e competenza, si sono adoprate per salvare tutte quelle vite innocenti” dicono oggi i volontari di Alphadog. Da una prima indagine pare che i bocconi avvelenati si pensa siano stati buttati in un corso d’acqua che scorre in zona; si presentano come palline di colore blu/verde e scaglie rosa piccolissime e si pensa si tratti di possibili topicidi ma solo l’esame tossicologico potrà sciogliere i dubbi. Proprio per la pericolosità che essi rappresentano è stato lanciato l’allarme affinchè si presti la massima attenzione.
Ma c’è di più perché il pericolo potrebbe essere anche per la natura perché il terreno si impregna di sostanze tossiche che finiscono nelle falde acquifere, la fauna selvatica e gli uccelli muoiono in preda a dolori lancinanti e le tossine rimangono nel terreno per molto tempo. Per i volontari di Alphadog l’attenzione resterà alta tanto che è stato avviato l’iter burocratico vigente in caso di esche avvelenate “e proseguiremo a oltranza finchè qualcuno non farà luce sull’accaduto, questi atti non possono rimanere impuniti”.