Poche speranze per utilizzare il depuratore Mammafiglia di Nicosia

Nicosia. Il tecnico incaricato di redigere lo stato di consistenza del depuratore Mammafiglia ha preso visione degli atti, documenti e progetti che si trovano negli uffici dell’assessorato regionale Territorio e Ambiente. A breve l’ingegnere Felice Ugliarolo, depositerà la perizia. Il tecnico è stato incaricato di redigere l’accertamento tecnico complesso che riguarda le strutture e la situazione statica dell’impianto di trattamento delle acque reflue. La relazione serve a stabilire se il depuratore può essere completato e quindi messo in funzione. L’ingegnere Ugliarolo, è stato nominato nell’estate del 2011 dall’assessorato regionale Territorio ed Ambiente su indicazione del Comune, a carico del quale sono posti i costi per la perizia, con il compito di redigere la relazione basata, oltre che sui sopralluoghi, anche sull’esame dei progetti e di tutta la documentazione relativa al depuratore, struttura che essendo stato realizzata oltre 20 anni fa, potrebbe anche non essere idonea ad entrare in funzione per problemi statici.
Il depuratore in questi decenni è rimasto in stato di abbandono, senza la minima manutenzione. Inoltre sembra che sia già emerso, da una prima visione dei progetti, che la struttura è stata realizzata con sistemi che ormai sono fuori norma. Adeguare un impianto mai entrato in funzione, depredato negli anni di macchinari e strutture potrebbe essere più costoso che costruirne uno nuovo. Il depuratore Mammafiglia, inoltre, non è mai stato collaudato. Il primo collaudatore nominato dalla Regione rifiutò di rilasciare la certificazione, il secondo, nominato dopo qualche anno, rinunciò all’incarico. La perizia sullo “stato di consistenza” ha lo scopo di verificare dal punto di vista tecnico se quanto costruito è a regola d’arte e se può essere attivato. Sono disponibili circa 750 mila euro concessi dalla Regione per costruire un secondo depuratore e non utilizzati. In caso di perizia positiva, si attiveranno le procedure per la rimodulazione delle somme da destinare al completamento. Una ipotesi che però sembra difficilmente percorribile perché i costi per adeguare l’impianto esistente sarebbero ingenti. In questo caso l’amministrazione potrebbe tentare di recuperare la somma per la progettazione di un nuovo impianto, che però dovrà essere avviata dall’Ato idrico, nel frattempo subentrato ai Comuni nelle competenze della gestione di tutto il sistema idrico e fognario.