Regalbuto. La procura di Nicosia ha depositato l’avviso di conclusione delle indagini a carico di una decina di persone che nei mesi scorsi erano state accusate di furto aggravato di acqua. L’operazione, mirata a reprimere il fenomeno degli allacci abusivi alle utenze, aveva fatto scattare 11 arresti in flagranza. Tra gli indagati anche diverse donne incensurate che dopo il distacco del contatore per morosità, forse impossibilitate a pagare arretrati e riallaccio che da solo richiede 100 euro, pur di approvvigionare le proprie abitazioni, avevano tolto i sigilli e realizzato abusivamente l’allaccio alla rete. La società Acquaenna che gestisce il servizio idrico integrato ormai da tempo, in caso di morosità smonta i contatori e lascia l’utente che non ha pagato la bolletta con i rubinetti a secco.
Sui distacchi operati da Acquaenna da tempo si è aperto il dibattito circa la legittimità dell’interruzione della fornitura di un bene essenziale alla vita, anche a carico di persone che si trovano in grave disagio economico, come nel caso di una delle donne arrestate che era stata immediatamente scarcerata. In ogni caso, allacciarsi abusivamente alla rete è un reato contro il patrimonio ed in questo caso aggravato per la violazione dei sigilli apposti alle prese che collegano le abitazioni alla condotta pubblica. Quasi tutti gli indagati hanno famiglie e figli a carico. I carabinieri della stazione di Regalbuto nel corso del blitz hanno accertato che, a seguito di distacco del contatore idrico da parte della società Acqua Enna, “usando violenza sulle cose”, gli indagati “hanno violato i sigilli continuando di fatto ad usufruire del servizio pubblico in modo illegale”. La procura di Nicosia espletate le formalità di rito aveva disposto la remissione in libertà degli arrestati, per i quali adesso, con l’avviso di conclusione delle indagini, si profila il processo. I contatori erano stati staccati da Acqua Enna in un periodo compreso tra cinque mesi ed un anno ed 8 mesi. Il valore del bene sottratto è stimato nell’ordine di circa 7 mila euro complessivi. Va sottolineato che nel caso di questo tipo di furti l’arresto è obbligatorio in flagranza ed in tutti i casi sono stati trovati gli allacci abusivi. Tubi, derivazioni, valvole e bulloni utilizzati per l’allaccio abusivo erano stati posti sotto sequestro unitamente ai sigilli violati e costituiscono prove del reato. I difensori potranno adesso chiedere l’interrogatorio degli indagati o depositare memorie difensive, ma tutti punteranno a dimostrare lo stato di necessità che ha spinto gli indagati a compiere il reato, trattandosi comunque di un bene indispensabile alla sopravvivenza.
Gli avvocati difensori sono pronti a far valere la tesi della illegittimità del distacco dei contatori con la conseguente totale cessazione delle forniture a persone in stato di indigenza o disagio. Sempre più si va affermando, anche con precedenti giuridici scaturiti da procedimenti per distacco dell’utenza per morosità, il principio che l’acqua non può essere totalmente sospesa e che l’utente, sia pure moroso, deve avere garantito un minimo giornaliero necessario alle sue esigenze primarie.