Le imprese dell’Ance Sicilia fermano i cantieri. Ritardi nei pagamenti: dal comune di Nicosia un segnale positivo

Le imprese edili dell’Ance Sicilia, ottemperando ad una decisione dell’assemblea straordinaria dello scorso 5 ottobre, dal prossimo mese di novembre fermeranno i cantieri di opere pubbliche e porranno il personale in cassa integrazione.
Inoltre, in una nota che sarà inviata domani al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio e ai nove prefetti dell’Isola, nel ribadire la richiesta di commissariamento della Regione siciliana per l’utilizzo dei 10 miliardi di fondi europei destinati all’Isola nel 2007 e da utilizzare entro un anno, sollecitano la dichiarazione dello stato di crisi di questo comparto industriale, da trasmettere all’Unione europea per l’attivazione del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (Feg) che prevede agevolazioni per settori che dichiarano esuberi per almeno 500 addetti.
E’ quanto ha deciso oggi il Comitato di presidenza dell’Ance Sicilia, riunitosi a Palermo sotto la presidenza di Salvo Ferlito, dopo avere appreso che, a seguito della ripartizione dei 600 milioni di euro sbloccati dal Patto di stabilità, la Giunta regionale ha assegnato all’assessorato Infrastrutture appena 45 milioni per pagamenti fino a febbraio prossimo, di cui 19 milioni al Trasporto pubblico locale e 26 alle Infrastrutture.
Il debito complessivo dell’assessorato, certificato da gennaio ad oggi, è di 671 milioni, di cui 262 per il trasporto locale e 409 per infrastrutture realizzate. La spesa autorizzata per pagare questi debiti, con i 45 milioni appena assegnati, sale dai 333 milioni di agosto a 378 milioni, poco più del 50% del dovuto, mentre nel 2011 l’assessorato aveva onorato quasi il 100% degli impegni.
Di fronte al dimezzamento della spesa pubblica per lavori già eseguiti, l’Ance Sicilia, oltre a dichiarare lo stato di crisi e l’impossibilità a proseguire le attività, sollecita le stazioni appaltanti e l’assessorato a certificare gli ulteriori crediti maturati fino ad oggi.
Entro giovedì saranno definiti a Roma gli ultimi dettagli della class action che sarà avviata per il recupero dei crediti e per il risarcimento dei danni. Infine, l’Ance Sicilia chiama il comparto a partecipare alle manifestazioni provinciali e alla protesta regionale che saranno programmate a breve.

Il comune di Nicosia primo comune della provincia a rendere trasparenti le norme sui pagamenti alle imprese
Pirrone, Presidente ANCE della provincia di Enna: “dobbiamo rendere merito alla giunta comunale di Nicosia per aver finalmente adottato uno strumento per noi molto importante. La delibera 199 del 19 scorso regolamenta modalità e responsabilità in tema di pagamenti in ossequio al DL 78/09, sulla cui applicazione ci battiamo da ormai due anni”.
La norma citata all’art. 9 prevede che Al fine di garantire la tempestività’ dei pagamenti delle pubbliche amministrazioni adottano entro il 31 dicembre 2009, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, le opportune misure organizzative per garantire il tempestivo pagamento delle somme dovute per somministrazioni, forniture ed appalti.
Da due anni l’ANCE preme per vedere applicato questa norma di buon governo dei bilanci degli enti che, finalmente con l’iniziativa del Sindaco e della Giunta di Nicosia comincia ad essere compresa.
Continua Pirrone “E’ incredibile come le amministrazioni locali sistematicamente violino la legge e manchino di adottare misure che oltre che obbligatorie sono anche utili e necessarie per gestire al meglio le poche risorse di cui dispongono. Invece continuano a non programmare secondo ragione e rispetto delle leggi. Per noi imprenditori, continuamente vessati dall’applicazione di leggi su ogni disparato ambito della nostra vita aziendale, è un doppio schiaffo morale. Ma puntiamo a ripristinare il normale andamento della vita economica, e per fare questo abbiamo già dato mandato a primari studi legali nazionali di avviare una class action contro il Ministero e la Regione, avviando contemporaneamente azioni ingiuntive che puntano al pignoramento delle somme direttamente presso le tesorerie degli enti debitori, forti anche di recenti pronunce della Corte di Cassazione che prevedono l’immediata esecutività forzata delle somme dovute per inadempimento di obblighi contrattuali”
“Auspichiamo che anche gli altri Comuni e la Provincia regionale adottino analoghi regolamenti, ripetiamo obbligatori per legge, così da evitare quantomeno il perpetuarsi di situazioni di mal governo economico degli enti”
Insomma una stretta, legge alla mano, nei confronti degli enti locali che spesso si nascondono dietro l’alibi del patto di stabilità per accollare alle imprese fornitrici gli oneri di scelte di bilancio non adeguatamente gestite.
“Proprio così si pensi che la Regione è stata autorizzata a sforare il patto di stabilità per ben 630 milioni. Si potrebbe pensare che con queste disponibilità si sarebbe potuto, almeno in parte onorare i pagamenti dovuti alle imprese e che abbiamo stimato in 1,5 miliardi, invece se va bene appena 50-60 milioni potranno essere destinati a questo scopo. Il resto se ne va in una serie di spese improduttive che denotano come una cattivo governo della spesa pubblica porta una cronica mancanze di risorse, alimentando clientele e malgoverno.”