Enna. Tratti in arresto i mandanti ed organizzatori della “strage di Catenanuova”
Enna-Cronaca - 02/11/2012
Nella mattinata odierna, i Carabinieri del Comando Provinciale di Enna, coadiuvati dai colleghi del Nucleo Investigativo di Milano, hanno proceduto alla notifica dell’Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere emessa dall’ Ufficio GIP del Tribunale di Caltanissetta nei confronti dei pluripregiudicati Giovanni Piero Salvo, cl. 1977 detenuto presso il carcere di Caltanissetta, e Filippo Passalacqua, cl. 1980, ristretto presso la casa circondariale di Milano Opera in regime di 41bis, come ulteriore risultato, in ordine di tempo, delle indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta ed affidate al Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Enna, tese al contrasto del fenomeno mafioso presente ed operante nell’area di Catenanuova e delle zone limitrofe.
Al Passalacqua e al Salvo, già nel luglio scorso erano state notificate le ordinanze di custodia cautelare in carcere poiché ritenuti gli ideatori, organizzatori e materiali ed esecutori della “Strage di Catenanuova” condotta in data 15 luglio 2008 in quel centro abitato, provvedimenti che qualche giorno dopo vennero annullati dal Tribunale del Riesame per un vizio di forma. Le ordinanze odierne hanno ribadito il ruolo di primo piano dei due anche nella materiale esecuzione del gravissimo fatto delittuoso contestando, agli stessi, la detenzione e il porto illegale di arma in luogo pubblico e le lesioni gravissime nei confronti persone rimaste ferite nell’occasione.
Le attività investigative su Catenanuova hanno preso avvio nell’ anno 2007 a seguito di un iniziale grave fatto di sangue, cioè il tentato omicidio avvenuto il 20 febbraio 2007 in cui rimase gravemente ferito il pregiudicato Prospero Riccombeni di anni 40. A tale evento fece seguito in data 15.07.2008 proprio l’agguato e l’uccisione a colpi di Kalashnikov di Prestifilippo Cirimbolo Salvatore di anni 47 – agguato nel corso del quale rimasero ferite altre cinque persone (di cui una in maniera particolarmente grave), assumendo da quel momento in avanti, per tali motivi, il nome di “Strage di Catenanuova”.
Tali gravissimi episodi sono apparsi chiaramente significativi del delinearsi di una nuova possibile guerra interna alla criminalità organizzata nel comune di Catenanuova, tesa alla definizione di nuovi assetti e ruoli mafiosi.
Un primo importante risultato sul fronte delle indagini è stato raggiunto, com’è noto, in data 23.05.2011 con l’esecuzione dell’operazione Fiumevecchio che ha consentito di individuare ed arrestare circa dieci persone ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di cui agli artt.416 bis codice penale (associazione per delinquere di stampo mafioso ed altro).
L’odierno arresto dei cognati Giovanni Piero Salvo e Filippo Passalacqua, quest’ultimo già tra gli arrestati proprio dell’operazione Fiumevecchio, costituisce l’esito delle indagini sui mandanti ed organizzatori della richiamata “Strage di Catenanuova”.
Secondo quanto accertato Filippo Passalacqua costituiva il vertice dell’articolazione operante a Catenanuova del noto clan “Cappello”, e più specificamente della “squadra” facente capo a Giovanni Piero Salvo.
Prestifilippo Cirimbolo Salvatore, prima di essere ucciso faceva parte dell’articolazione del clan Cappello operante a Catenanuova, curando la riscossione delle estorsioni in quel centro, con l’impegno di rimettere gli introiti all’organizzazione mafiosa clan Cappello e più specificamente al gruppo Salvo. Tuttavia ad un certo punto, nel corso del 2008, il Prestifilippo Cirimbolo Salvatore si rifiutò di sottomettersi ai catanesi e di corrispondere loro le somme pretese. La situazione precipitò irrimediabilmente quando Prestifilippo Cirimbolo Salvatore, unitamente al fratello, formalizzò la sua ribellione, rivolgendosi ad un’altra squadra del clan Cappello, quella facente capo a Giovanni Colombrita, in quel momento responsabile dell’intero clan, perché intervenissero contro Giovanni Piero Salvo ed il suo gruppo. Il comportamento dei fratelli Prestifilippo Cirimbolo mise in difficoltà Giovanni Piero Salvo all’interno del clan Cappello perché rese noti i proventi estorsivi del gruppo di Salvo a Catenanuova, di cui i vertici del clan Cappello non erano a conoscenza.
Ne segui una situazione di tensione all’interno del clan Cappello che determinò una violenta rissa, che ebbe luogo nel villaggio Santa’Agata, qualche mese prima dell’uccisione di Prestifilippo Cirimbolo Salvatore e che avrebbe potuto costituire un presupposto per una guerra interna all’organizzazione. Tuttavia l’intervento di personaggi autorevoli dello stesso clan Cappello permise di ricomporre la situazione all’interno del clan e Giovanni Piero Salvo fu lasciato libero di gestire Catenanuova. A questo punto Prestifilippo Cirimbolo Salvatore che aveva tradito il Salvo, cercando l’appoggio del gruppo Giovanni Colombrita, senza ottenere nulla, resto esposto, unitamente al fratello, all’inevitabile ritorsione.