Piazza Armerina. La Procura ha chiuso formalmente con tre indagati l’inchiesta sui conti dell’istituto per Geometri Leonardo da Vinci, che riguarda gli ex dirigenti scolastico e amministrativo. Secondo gli agenti della squadra mobile, assieme avrebbero fatto fuori quasi 300 mila euro in nove anni dai conti della scuola. Il pm Marco Di Mauro ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari all’ex dirigente scolastico Giovanni Scollo e all’ex direttore amministrativo Giovanni Delle Cave. Si è chiusa insomma con tre indagati – il terzo, R.T., sarebbe coinvolto assieme a Scollo in una presunta aggressione ai danni di Delle Cave e al tempo stesso sarebbe vittima di minacce da parte di quest’ultimo, armato di un nunchaku, un’arma che si usa nelle arti marziali – l’indagine che portò anche all’arresto, ai domiciliari, di Scollo e Delle Cave, l’anno scorso a settembre (poi i due furono liberati). L’accusa più grave, contestata “in concorso tra loro” a entrambi i principali indagati, è il peculato: avendo “il possesso o comunque la disponibilità dei fondi in dotazione per le spese ordinarie della scuola”, si sarebbero appropriati “della somma complessiva di 297.825,13 euro”, usando i soldi “per fini personali, tra cui diversi viaggi all’estero per scopi di piacere”. Il tutto sarebbe avvenuto fra il 2001 e il marzo del 2010. Per appropriarsi dei soldi, secondo l’accusa, nell’arco di nove anni Scollo e Delle Cave avrebbero assieme – sempre “in concorso tra loro” per la Procura, anche se le versioni fra i due sono divergenti e Scollo avrebbe dimostrato che molte sue firme sarebbero state poste da Delle Cave, e nonostante quest’ultimo punti invece l’indice contro il primo – creato ben 55 “falsi mandati di pagamento”, “attestando contrariamente al vero che le somme riscosse erano destinate al pagamento di imposte quali Irpef, Tarsu, fornitura acqua, o per liquidazione di compensi personale Ata o per spese Pon, o per rimborsi di spese di missione o per spese di cancelleria”. Da qui la seconda accusa, ovvero il falso ideologico. Scollo è poi accusato di estorsione – minacciando di denunciarlo, per la Procura avrebbe indotto Delle Cave a firmare una dichiarazione e assumersi l’intera responsabilità delle appropriazioni indebite di soldi dal conto della scuola – e di ingiurie ai danni del suo ex direttore amministrativo. Assieme al dipendente della scuola R.T., si diceva, c’è poi l’accusa di lesioni a Delle Cave: i due l’avrebbero afferrato per le spalle e scaraventato a terra sul pavimento, a Piazza Armerina l’8 marzo 2010, provocandogli lesioni guaribili in 25 giorni. Delle Cave da solo è accusato poi di minacce ai danni di R.T. e di una professoressa, sempre il giorno della festa della donna del 2010, e di porto abusivo del nunchaku, descritto dalla Procura come un’“arma giapponese costituita da due mazze in legno legate da una catena utilizzata per le arti marziali”.
Sarà interrogato domani dal pubblico ministero Marco Di Mauro. La procura ha fissato per domani l’esame dell’indagato Giovanni Scollo, che è stato chiesto dalla difesa dell’ex dirigente scolastico, in virtù del deposito dell’avviso di conclusione delle indagini. Scollo è difeso dagli avvocati Antonio Impellizzeri e Marco Di Dio Datola, che assiste pure R.T.; mentre Giovanni Delle Cave, a cui è contestata una recidiva, dall’avvocato Giovanni Palermo. Si è trattato di un’indagine lunga, nel corso della quale la Procura ha chiesto e ottenuto un incidente probatorio, per l’interrogatorio di Delle Cave, le cui condizioni di salute hanno richiesto di anticiparne l’audizione. Nel corso delle indagini sono state realizzate anche varie consulenze e agli atti è stata acquisita pure una relazione degli ispettori del ministero dell’Istruzione che riguarda proprio la scuola. Secondo la difesa di Scollo, da una consulenza grafologica sulla paternità delle sottoscrizioni in tutti i mandati di pagamenti sarebbe emerso che la stragrande maggioranza dei mandati sono stati sottoscritti da Delle Cave, anche a nome di Scollo, che li ha disconosciuti. Delle Cave ha confessato, puntando l’indice contro Scollo, che ha sempre negato tutto, sostenendo che l’ex amministrativo ha fatto tutto da solo. Alla luce dell’avviso di fine indagine, i difensori hanno facoltà di chiedere nuovi atti istruttori.