Barrafranca. Chiesta conferma condanne nel processo omicidio Nicolosi

Il Pg d’appello di Catania, ieri; nel corso della sua requisitoria ha chiesto la conferma delle condanne all’ergastolo per Giuseppe Tambè e a 24 anni per Alessandro Tambè”, che vengono ritenuti responsabili dell‘omicidio dell’agricoltore Giuseppe Nicolosi, 49 anni , ucciso il 5 luglio del 2006 a colpi di fucile davanti la sua proprietà di contrada Creti, in territorio di Barrarafranca. Il processo è ritornato in appello dalla decisione della Corte di Cassazione, di annullare le condanne con il rinvio del carteggio al tribunale di Catania. Secondo i giudici della Cassazione, la condanna d’appello non ha è stata chiara su alcune fasi dell’omicidio, che sono state ricostruite in “modo parziale” e “con manifesta illogicità circa il ruolo attribuito a ciascuno dei due imputati, specie per quanto riguarda Alessandro Tambè”. La prima sezione penale della Corte di Appello di Catania, presieduta dal giudice Carolina Tafuri, ha rinviato tutto al 18, 19 e 20 febbraio, quest’ultimo, giorno in cui verrà emessa la sentenza. Il procuratore generale della Corte d’appello sostiene che le censure della Cassazione sarebbero “superabili” e per questo i giudici di secondo grado dovrebbero confermare le condanne. Alla prossima udienza ci sarà l’arringa dei legali di parte civile, per conto della famiglia della vittima, gli avvocati Gaetano Giunta e Mario Marino, quindi la parola passerà ai difensori dei due Tambè, difesi dagli avvocati Paolo Giuseppe Piazza, Giovanni Aricò e, dalla scorsa udienza anche dall’avvocato catanese Salvatore Catania Milluzzo. I difensori daranno battaglia per cercare di salvare il futuro dei loro assistiti. Il processo, si celebra di fronte a un’altra corte, su decisione della Cassazione, quindi c’è stato il passaggio da Caltanissetta a Catania. I supremi giudici hanno ritenuto che il comportamento attribuito al giovane Tambè è da considerare più concreto rispetto di avere solo portato il fucile con cui si è commesso l’omicidio.