Enna. Rinvio a giudizio per tre persone accusate di circonvenzione di invalido

La Procura di Enna ha chiesto il rinvio a giudizio di tre persone accusate di circonvenzione d’incapace e appropriazione indebita aggravata, infatti si sono fatti versare 80 mila euro da un invalido, che addirittura li avrebbe nominati eredi universali solo perché lo stesso veniva accudito. Saranno, dunque, processati, Salvatore Ziccone, 34 anni, la moglie, S.S. di 29 anni; e un’altra donna, A.N. di 69 anni. Il trasferimento dei beni è stato bloccato, così come il testamento dell’invalido. Secondo la difesa, sostenuta dall’avvocato Sinuhe Curcuraci, i soldi non sono mai stati movimentati, perché la presunta persona offesa è ancora viva; in più Ziccone e gli altri avrebbero immediatamente restituito tutti i documenti in loro possesso, tra cui carte di credito con il cellophane e un libretto postale. Salvatore Ziccone e la moglie sono accusati di entrambi i reati, la terza indagata, A.N., solo di appropriazione indebita aggravata in concorso con gli altri due. Nel corso delle indagini, i primi due furono arrestati ai domiciliari e poi quasi subito liberati. Le indagini sono state svolte dai carabinieri della sezione di pg della procura di Enna. Gli indagati hanno proclamato la loro innocenza e si sono sempre detti vittime di un equivoco, sostenendo di non aver commesso reati. Ora dunque il pm Francesco Rio ha chiesto il rinvio a giudizio. I tre dovranno presentarsi il prossimo 23 maggio di fronte al gup Elisabetta Mazza per l’udienza preliminare. Secondo l’accusa i tre fra il testamento e il trasferimento di denaro, avrebbero attenzionato la possibilità di prendere possesso della casa. Nella descrizione del reato di circonvenzione d’incapace contestato ai coniugi, il pm Rio ipotizza che i due, abusando dello stato di infermità della vittima, gli avrebbero prospettato che i suoi fratelli lo avrebbero spogliato da ogni bene; in questo modo lo avrebbero indotto a nominarli eredi universali e a versare i soldi sul libretto postale della moglie di Ziccone e di A. N.. La Procura ha formulato le aggravanti di aver provocato un danno di rilevante entità e di aver agito approfittando di relazioni domestiche e prestazione d’opera. Per l’accusa, la presunta vittima sarebbe affetta da un disturbo della psiche, che avrebbe alterato il suo stato mentale e affievolito le sue capacità critiche, tanto da rendere possibile l’opera di suggestione, effettuata dai tre. C’è anche da dire che il Gip, durante le indagini, scrisse che la patologia psichiatrica della persona offesa sarebbe “impercettibile”, tanto da aver tratto in inganno anche un notaio. Sono elementi questi che, a detta del gip, avrebbero messo “in discussione la fondatezza dell’impianto accusatorio”. La decisione di rinvio a giudizio sarà presa a maggio.