Federmobili Enna: carico fiscale motivo principale numerose cessazioni attività

La Presidenza nazionale del sindacato Federmobili ha reso noto alcuni dati che il Presidente provinciale del sindacato dei mobilieri Riccardo Di Stefano sente l’obbligo di divulgare, non per fare allarmismo, piuttosto per informare addetti al lavoro, politici, candidati politici e amministratori locali.
“L’economia vive anni difficili per tutti, ma ci sono categorie che accusano il colpo più di altre sostiene Riccardo Di Stefano – Il 2012 è stato per Federmobili (Federazione Nazionale dei negozi di Arredamento) oltre il limite della sostenibilità. Tutta la filiera Legno-Arredo negli ultimi 5 anni esprime un calo di 14 miliardi di fatturato alla produzione, 52 mila lavoratori in meno, una flessione del 40% sui consumi nazionali”.
Le imprese commerciali del settore arredo nel 2012 hanno avuto una contrazione del 30% – continua Di Stefano – ma è il carico fiscale il motivo principale delle numerose cessazioni delle attività. La TARES, nuovo tributo che quest’anno sostituirà TARSU e TIA, rappresenterà il colpo di grazia per tante imprese”.
Un calcolo dell’Ufficio Studi di Confcommercio stima infatti, per il 2013, un aumento che va dal 290% al 400% nelle tariffe sui rifiuti, a seconda della tipologia di attività.
“TARES e IMU sono imposte che, non dipendendo né dal fatturato, né dalla redditività risultano insostenibili – sottolinea Riccardo Di Stefano – Per il Fisco l’aumento di un 3,8% delle entrate nei primi undici mesi del 2012 ha rappresentato un ottimo risultato, ma bisogna sottolineare che l’aumento del gettito è dovuto soprattutto all’introduzione dell’IMU e che, al risultato positivo fa da contraltare un calo del gettito IVA, nello stesso periodo, dell’1,8%, nonostante l’aliquota sia stata aumentata di un punto percentuale, con una ripercussione sui consumi devastante (in special modo sui beni durevoli come l’arredamento)”.
“I comuni, nel calcolo della TARES, devono necessariamente considerare che le ampie superfici dei locali dove si svolgono attività lavorative, come nel nostro caso, non sono direttamente correlabili ad una maggiore produzione di rifiuti – sottolinea il Presidente provinciale di Federmobili – Un’impresa che vende mobili è già soggetta ai costi della differenziazione degli imballaggi e a quelli del conferimento dei rifiuti diversi, con il risultato che nel “cestino” finiscono, esclusivamente, i rifiuti che si producono per l’attività giornaliera svolta nei soli spazi destinati ad ufficio e, quindi, solo su queste metrature andrebbe calcolata la tassa”.
“Chiedo un intervento deciso della politica e degli amministratori tutti, che salvaguardi il nostro settore da una “catastrofe annunciata” – conclude Riccardo Di Stefano – Lo scorso dicembre, a livello nazionale, con firme di altre confederazioni (Federlegno, Legno Arredo, CNA produzione, Ance, FENEAL UIL, FILCA CISL, FILLEA CGIL) abbiamo rilanciato con forza una proposta al Governo che garantirebbe un incremento dei consumi di arredamento pari a oltre 1 miliardo di euro nei primi sei mesi del 2013, con evidenti benefici a cascata su numerosi settori: l’estensione della detrazione Irpef del 50% agli arredi destinati alle abitazioni oggetto di ristrutturazione. Attuata questa misura, ci sarebbe la garanzia di una ripresa dei consumi in uno dei settori vitali dell’economia e del Made in Italy, salvando decine di migliaia di posti di lavoro e generando un buon gettito di imposte, questa volta dipendente dalla redditività. Infine esorto tutti i colleghi a partecipare facendo sentire la voce di protesta, lunedì 28 gennaio, nella “Giornata di Mobilitazione Nazionale” organizzata da Rete Imprese per l’Italia – Confcommercio.