Escluso dalla lista del PD il sen. Mirello Crisafulli. Per l’apertura della campagna elettorale Crisafulli invita Bersani. Arnone: sconfitto il segretario Lupo

Escluso dalla lista del PD il sen.Crisafulli


(ASCA) – Roma, 18 gen – Il Pd ha deciso l’esclusione dalle proprie liste elettorali in Sicilia di Mirello Crisafulli e Antonio Papania. La decisione e’ stata comunicata da una nota del partito.
”La Commissione nazionale di garanzia del Partito Democratico, presieduta da Luigi Berlinguer, in base a un criterio di opportunita’ -si legge nella nota- ha deciso di non includere nelle liste elettorali le candidature di Mirello Crisafulli di Enna e Antonio Papania di Trapani. La Commissione ha inoltre considerata decaduta la deroga concessa dal Comitato elettorale nazionale a Nicola Caputo di Caserta. La Commissione nazionale di garanzia ha inoltre preso atto di due rinunce volontarie alla candidatura da parte di Bruna Brembilla e Antonio Luongo”.



Il sen. Vladimiro Crisafulli in riferimento all’annunciata decisione della Commissione Nazionale di Garanzia sulle candidatura alla Camera dei Deputati ha rilasciato la seguente dichiarazione:
“Ho il dovere prima di tutto di rassicurare i dirigenti, gli iscritti al Pd, le cittadine e i cittadini che hanno partecipato alle primarie, dandomi il loro consenso, sul fatto che l’esclusione dalla lista non è stata supportata da nessun articolo di legge né da alcun articolo del Codice Etico. Infatti, la mia candidatura non contrasta con nessun principio in esso contenuto, come espresso dalla Commissione Regionale di Garanzia prima e dal documento sottoscritto da tutti i segretari provinciali e dal Segretario Regionale Giuseppe Lupo dopo.
La Commissione Nazionale ha posto una questione di “opportunità”, dopo la gogna mediatica alla quale sono stati sottoposti oltre che la mia persona, buona parte del territorio regionale Siciliano e in maniera la provincia di Enna, mettendo in pratica un atto di vera e propria epurazione che di democratico non ha nulla, figlia di un’aggressione condotta contro il PD e i suoi dirigenti radicati nel territorio. Un succedaneo dell’ormai consolidato “metodo Grillo”.
Avrei preferito, in ogni caso, che tale questione di opportunità mi fosse stata posta non, come invece è avvenuto, a ridosso del deposito delle liste, ma prima dello svolgimento delle primarie per la designazione del candidato premier, non foss’altro per rispetto della mia cinquantennale militanza, della storia del partito ennese e siciliano e del giudizio dei tanti elettori del Partito Democratico che voglio rassicurare sul fatto che hanno votato e sostenuto un dirigente che in tanti anni ha lavorato per il suo partito e per la crescita del suo territorio.
Questo patrimonio non verrà disperso. Per questa ragione do appuntamento sin da ora alla manifestazione di apertura della campagna elettorale alla quale invito ad essere presente il segretario nazionale e candidato premier, Pierluigi Bersani”.


Riceviamo da Angelo Girasole, già membro I° Costituente PD
Non era mia intenzione, anche se in passato ho ricoperto ruoli di prestigio all’interno del Partito Democratico, commentare la determinazione della Commissione Nazionale di Garanzia del PD che esclude dalle liste il Sen. Mirello Crisafulli ed altri.
La reazione dell’interessato però non può lasciare indifferenti, neanche da semplici osservatori delle vicende politiche, almeno in due punti dallo stesso sollevati.
Il primo quando tende a banalizzare la decisione della Commissione sostenendo che la stessa non è supportata da nessun articolo di Legge, ma dettata da ragioni di opportunità.
Ma come, non è da tempo immemorabile che si chiede ai Partiti di non aspettare i verdetti della Magistratura ma di esercitare autonomamente il potere di selezionare la propria classe dirigente?
La commissione ha finalmente fatto proprio questo principio; ha detto in altre parole: “Lei non può rappresentare il Partito ai più alti livelli istituzionali”. Scusate se è poco.
Il secondo rilievo fatto dall’interessato è la tempistica con cui è stata presa questa decisione, avrebbe infatti preferito che il tutto avvenisse prima dello svolgimento delle primarie.
Forse vale la pena richiamare alla memoria di tutti cosa successe circa tre anni fa in occasione delle primarie a Sindaco di Enna che mi videro protagonista.
Anche allora girava un posterbus e si scatenò una “gogna mediatica”, non solo su giornali di diverso orientamento politico ma addirittura su un giornale di Partito, Europa; anche in quell’occasione “ragioni di opportunità” indussero, guarda caso la stessa persona che evidentemente non ha fatto tesoro di quell’esperienza, al ritiro. Di cosa ci si sorprende oggi? Non era stato già abbastanza chiaro quel segnale?
Un auspicio vorrei infine esprimere, che il Partito Democratico sia coerente sino in fondo e ci risparmi la farsa, a cui abbiamo assistito per le primarie a Sindaco, di veder “l’escluso” utilizzare il risultato delle primarie per esercitare una sorta di diritto di prelazione e piazzare al suo posto un fedelissimo interprete della sua politica.

Dichiarazione del Presidente del’Università Kore, Cataldo Salerno: “Ho deciso oggi di restituire la tessera del Pd, del quale sono stato uno dei fondatori. La palesemente illegittima ed indecente decisione della commissione nazionale di garanzia, che ha escluso Crisafulli dalle liste elettorali, mi ha convinto che questo non è più il partito democratico che credevo di conoscere: non lo riconosco nei modi ultimativi, nella procedura priva di ascolto, nel mancato rispetto delle sue stesse regole, nella inappellabilità di un provvedimento assunto all’ultimo momento e senza alcuna consultazione del partito siciliano, nell’atteggiamento di tipo fortemente razzistico che lo sottende”. A annunciare il suo addio al partito di Bersani è Cataldo Salerno, presidente dell’Università Kore di Enna ed ex presidente Pd della Provincia ennese. Salerno, in particolare, ritiene “gravissimo che il segretario Giuseppe Lupo e i segretari provinciali di tutta la Sicilia che con lui avevano sottoscritto nei giorni scorsi un documento unanime, con il quale chiedevano al Pd nazionale di rispettare le decisioni degli organi regionali del partito e i risultati delle primarie, siano stati trattati non come dirigenti politici rappresentanti della più grande regione italiana, ma al pari di agenti di zona o persino di piazzisti di una Spa che ha la sede centrale altrove. Le motivazioni addotte da Berlinguer – dice ancora – appaiono, poi, prive di qualsiasi senso del ridicolo: in pratica, un giornale, un’attrice e un cantante avrebbero determinato l’inquisizione e la sentenza, e persino ‘i motivi di opportunità sarebbero soltanto ‘uno’, e neppure quello spiegato”.
Nel futuro di Salerno c’è “la costruzione o la partecipazione ad un movimento che guardi all’Italia e all’Europa a partire da un radicamento locale, e che possa dialogare alla pari con i partiti nazionali sulla base di programmi e non di faide”. “‘D’altra parte, la formazione delle liste siciliane per le elezioni di febbraio – conclude l’ex democratico – sta dimostrando, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che i partiti romani non tengono in alcuna considerazione il punto di vista delle loro stesse sedi decentrate e dei loro stessi dirigenti periferici, ma subiscono invece volentieri le pressioni dei non iscritti e le decisioni di forze locali autarchiche”.


riceviamo e pubblichiamo dall’on. Mario Alloro, deputato PD all’Ars:
“È tornata la Santa inquisizione, la commissione nazionale di garanzia mette alla gogna una persona innocente che ha speso la sua intera vita politica per la crescita del partito e del nostro territorio, commettendo l’imperdonabile errore, per il nostro gruppo dirigente, di portare il PD a risultati elettorali che non hanno uguali in tutto il meridione. Nonostante tutto il patrimonio politico e umano costruito da Crisafulli e dal PD ennese non sarà disperso ma, al contrario, sapremo stringerci attorno alla sua figura per rilanciare un partito che deve fare del garantismo la sua bandiera”.

riceviamo e pubblichiamo dall’avv. Giuseppe Arnone:
“Non deve sfuggire l’enorme rilievo politico della esclusione di Papania e Crisafulli: costoro sono i massimi capi corrente delle due correnti che fanno la maggioranza del Partito Democratico. Non solo, ma sono rimasti in bilico fino all’ultimo anche Capodicasa e Genovese, ovvero gli altri due massimi capi corrente del Pd in Sicilia. Adesso si apre una fase nuova per togliere il tappo ad una gestione ampiamente al di sotto dei valori etici e morali, oltre che politici, di questo Partito. In questi giorni, in questo mese di gennaio, ho animato con forza, con i miei posterbus, questa campagna per restituire moralità e dignità al Pd in Sicilia: ho speso oltre diecimila euro di soldi miei, ho destinato a questa campagna un risarcimento danno che avevo ricevuto. Ed adesso, con orgoglio, dedico questa grande vittoria democratica a Pio La Torre”.


“Forse perderemo voti di un certo tipo… Ma quanto ne guadagneremo” dice intanto su twitter l’ex procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, candidato del Pd, con un chiaro riferimento alle polemiche per le esclusioni eccellenti in Sicilia decise ieri dal Partito democratico.