Enna. Meeting dell’Accademia Pergusea con la marchesa Costanza Afan de Rivera, l’ultima degli eredi dei Florio


Enna. Una signora del nostro tempo ma dallo charme di epoche passate, portamento elegante, pantaloni neri e giacca indossata su una camicetta bianca con grandi risvolti: così la marchesa Costanza Afan de Rivera Costaguti è apparsa all’incontro organizzato dall’Accademia Pergusea in occasione dell’apertura dell’Anno Accademico, tenutosi nel salone delle feste dell’Hotel Riviera. E’ stata invitata dal presidente, Nino Gagliano, con il barone Giuseppe Giaconia di Migaido, fondatore dell’Associazione culturale “La Sicilia dei Florio”, Nino Vaccarella, il noto campione automobilistico, vincitore di 3 Targhe Florio e Salvatore Requirez, autore di libri sulle vicende storiche-imprenditoriali e familiari dei Florio. Ha partecipato inoltre Saro Pellegrino, past governatore distrettuale del Lions. Alla presenza di numerosi soci accademici e ospiti, Nino Gagliano, dopo i saluti di rito, ha tracciato un breve profilo biografico di Donna Costanza, l’unica erede della famiglia Florio, figlia di Giulia e nipote di Ignazio e Franca Florio. “La sua partecipazione al meeting – ha evidenziato il presidente – non è casuale. Vincenzo Florio fece parte della storica ‘Accademia Pergusea’, fondata nel 1762, alla quale aderirono – fino a quando non fu sciolta all’inizio del secolo scorso – uomini illustri quali artisti, canonici, letterati, scienziati, imprenditori, esponenti di famiglie patrizie locali e siciliane”. E’ certo che tra gli imprenditori Florio e la nostra città vi fu un legame particolare, tanto che nella “Flotta Florio” (oltre 110 bastimenti di tutte le stazze), un piroscafo fu battezzato “Enna”, portando in giro nei porti del Mediterraneo il nome latino della città degli Erei. Il barone Giaconia ha detto – nel suo breve intervento – “che i siciliani hanno un debito di riconoscenza verso i Florio: furono gli imprenditori che fecero grande la Sicilia nell’arco di un secolo”. Nino Vaccarella – dal canto suo – ha ricordato il legame tra lo sport e Vincenzo Florio, che creò la corsa più famosa al mondo, la “Targa Florio”, e lo spettacolare ‘Giro Automobilistico di Sicilia’, che attraversò le strade del nostro capoluogo, fino all’ultima edizione del 1958”. Donna Costanza, nel prendere il microfono, si è detta “onorata di trovarsi tra amici, circondata da tante attenzioni, sin dal primo approccio con la città, nel breve giro turistico effettuato nella mattinata, accompagnata dallo storico dell’arte Rocco Lombardo”. “Degli aspetti imprenditoriali e commerciali della mia famiglia vi parlerà, dopo di me, Salvatore Requirez, autore di libri della Palermo bene e dei Florio in particolare. Parlerò invece volentieri di mia madre, dei miei nonni e zii, da figlia e da nipote. I Florio non possono essere ricordati solo per il Marsala e la ‘Targa’. Requirez, nei suoi libri ha curato con particolare attenzione anche il profilo umano dei componenti della mia famiglia e di ciò lo ringrazio. Ho conosciuto il nonno quando era già in età avanzata, mentre ciò non è stato possibile con la nonna Franca, venuta a mancare quand’ero neonata; tra le tante disgrazie della famiglia, ricordo la tragedia dell’erede maschio dei Florio, morto adolescente per un banale incidente, un farmaco mal dosato. Più che con il nonno Ignazio, ho avuto un bel rapporto con lo zio Vincenzo. Con lui, fino all’età di 9 anni ho trascorso vacanze spensierate nella villa a mare all’Arenella, dove le navi al largo, uscite dal porto di Palermo, suonavano le sirene…con l’‘inchino’, di cui tanto si parla oggi dopo la tragedia dell’Isola del Giglio. La mia famiglia – ha concluso la marchesa Costanza – è vissuta come in una favola”. “Non è facile intervenire dopo aver sentito la nipote di Ignazio e Franca Florio raccontare i ricordi più cari della sua infanzia”. Così ha iniziato il suo intervento Salvatore Requirez, uno dei biografi più attento e sensibile della famiglia Florio.


“Abbiamo appreso dell’ ‘inchino’: ebbene Ignazio si rovinò economicamente perché volle un Porto moderno e un Cantiere Navale all’avanguardia. La “Flotta Florio” aveva battelli tra i più veloci e moderni, eppure cadde in disarmo. Anche nelle zone interne dell’isola, tra cui Enna, i Florio avevano interessi: commercializzavano lo zolfo, l’oro giallo di Sicilia. Parlare oggi dei Florio può sembrare anacronistico, ma non lo è. Quella famiglia ha rappresentato per i siciliani, tra l’Ottocento e i primi decenni del secolo scorso, gli Agnelli della seconda metà del Novecento. Il villino Florio a Palermo era sempre aperto a tutti; donna Franca aveva una sensibilità fuori dal comune, ascoltava e aiutava tanta gente bisognosa. Quando i Florio sono andati via dalla Sicilia, tutto si è fermato…”. Donna Castanza si è commossa nel ricevere, dalle mani del presidente Gagliano, la tessera di “socio onorario” dell’Accademia Pergusea. Gli altri illustri ospiti sono stati accolti nel sodalizio quali “soci emeriti”. L’accademico Rocco Lombardo, studioso di storia patria, nel suo breve intervento ha voluto ricordare che “nell’Ottocento l’Accademia Pergusea si è aperta alle presenze femminili. Vi hanno fatto parte: le palermitane letterate sorelle Annetta e Giuseppina Turrisi-Colonna, Maria Antonietta Giarrizzo Grimaldi di Geracello, Teresa Alliata, poi andata sposa a un Miltello, e la francese Jeannette Power Villepreux che, insieme ai tanti altri ‘soci corrispondenti’, portò la cultura europea nella nostra città”. Il presidente Gagliano, infine, ha informato che l’Accademia Pergusea e il Comitato locale della Società Dante Alighieri, presieduto dallo stesso Lombardo, hanno fatto richiesta all’Unesco d’inserire il Lago di Pergusa nel Patrimonio dell’Umanità. Ne ha parlato la presidente del Club Unesco di Enna, Marcella Tuttobene, la quale, alla fine del suo intervento, ha dato in omaggio agli ospiti opere grafiche, da lei eseguite, aventi per tema il “Lago di Proserpina”. Agli intervenuti alla fine della serata è stato offerto un cocktail.

Salvatore Presti

(nelle foto: Un primo piano di Donna Costanza e il tavolo degli oratori con Lei e il presidente Gagliano, al centro, e gli altri oratori intervenuti)