Enna. Aveva creato un’atmosfera di terrore in tutta la famiglia, rinviato a giudizio
Enna-Cronaca - 27/01/2013
Enna. Nella abitazione della sua convivente aveva creato un’atmosfera di terrore malmenando tutti, specie due bambini che a volte venivano segregati in casa propria, provocando vessazioni e soprusi di tutti i tipi, chiedendo anche il bancomat per poter andare a giocare al gratta e vinci. Il gup Luisa Maria Bruno, dopo avere studiato il carteggio, ha rinviato a giudizio Alfredo Mingrino, 37 anni,difeso dall’avvocato Biagio Scillia, che dovrà ora rispondere delle accuse di molti maltrattamenti in famiglia, lesioni personali aggravate guaribili in cinque giorni, violenza privata e violazione della sorveglianza speciale. Le vittime sarebbero la mamma e la nonna dei due bambini, che per un certo periodo di tempo avrebbero vissuto una situazione insostenibile. Il processo sarà celebrato il 9 luglio prossimo davanti al giudice monocratico Vittorio Giuseppe La Placa. Alfredo Mingrino era stato anche arrestato dagli agenti della squadra mobile, diretti dal vicequestore Giovanni Cuciti, perché erano stati informati dall’atmosfera di terrore in cui viveva tutta la famiglia della sua convivente. Alfredo Mingrino ha già una lunga lista di precedenti di polizia. Alla luce delle investigazioni effettuate dagli agenti della squadra mobile, il pm Paola D’Ambrosio ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio, ipotizzando che Mingrino abbia instaurato un clima insopportabile nell’abitazione di Enna della sua convivente, dove si era piazzato da tempo. Pare che Mingrino, quando le cose non giravano come diceva lui, era solito minacciare, insultare e picchiare tutti quelli che abitavano nello stesso appartamento, grandi e piccini, quindi dalla madre alla sorella, ai due nipotini di lei, rimanendo in casa in pieno ozio e per giornate intere. Le presunte vittime sarebbero state molto spesso costrette a subire questo stato di fatto, rendendo loro la vita impossibile, a volte erano costrette a digiunare o a rimanere dentro casa senza poter uscire temevano di prendere botte perché Mingrino era sempre nervoso e sempre a chiedere soldi alla sorella e alla mamma della compagna per poter andare a giocare a gratta e vinci, o per comperare le sigarette.