Palermo: Al teatro Biondo “Idiotas” del regista lituano Nekrosius

E’ stata di scena al Teatro Biondo, dal 22 al 27 gennaio, Idiotas del regista lituano Eimuntas Nekrosius: rappresentazione teatrale in quattro atti tratta da un classico della letteratura russa, L’Idiota di Dostoevskij. Ad accogliere il pubblico, una ricca serie di simbolismi: oggetti apparentemente utili al solo svolgimento della messa in scena: in fondo alla scena ci sono delle culle-bare vuote appena visibili , in mezzo a queste stanno appese due ante di una porta in continua oscillazione tra l’ accesso e la negazione della conoscenza, un pianoforte le cui melodie vengono costantemente interrotte da impeti di rabbia e necessità di fare silenzio. La metafora teatrale del doppio e della duplicità è già in atto. Il contrasto fra bene e male, volontà di agire e incapacità di farlo si evince nel dinamismo espressivo e visivo dei protagonisti: Lev Myskin, ultimo erede di una grande famiglia decaduta, uomo di immensa generosità d’animo e di ingenua fede nel prossimo ma paralizzato nella volontà di agire; Nastasja Filippovna: donna di magnifica bellezza e di gran capriccio ma tormentata interiormente e incapace di corrispondere all’amore del principe seppur lo vorrebbe e l’angelica Aglaja Epancin: pure lei innamorata del principe ma incapace di tenerlo con se. A porre fine all’intrico di sentimenti riconosciuti e non corrisposti, il rozzo Rogojin, che innamorato follemente di Nastasja e consapevole dell’impossibilità di una loro unione, porrà fine alla sua vita. Nekrosius fa rivivere in scena tutti i temi cari a Dostoevskji: l’impossibilità della felicità, la solitudine che governa l’esistenza, il dolore della passione e l’incapacità di esprimere la propria volontà; ma lo fa avvalendosi di una forte interpretazione emotiva dei suoi attori, soprattutto nel secondo e nel terzo atto, dove a confrontarsi sono, prima i soli personaggi maschili e poi quelli femminili attraverso la loro stessa agilità ed anzi atleticità che tiene alta e tesa l’attenzione dello spettatore nell’arco delle cinque ore della rappresentazione ; immancabili poi, alcuni “segni” primordiali che disseminano il palcoscenico: l’acqua, il fuoco, l’aria, la terra, elementi di comunicazione e interazione fra i personaggi. Di forte impatto emotivo la requisitoria di Myskin contro la Chiesa Cattolica, considerata come il covo dell’Anticristo, egli si considera invece un angelo che ama, ma non può amare, perché ama due donne, ovvero ama tutti. E’ realmente possibile amare tutti prescindendo dalla volontà della scelta? Rogojin è l’unico a porsi al di sopra di se stesso e a superare l’umanità compiendo un atto criminale ma che redime il peccatore permettendogli di rinascere.
Lo spettacolo è stato diretto da Eimuntas Nekrosius, scene di Marius Nekrosius, costumi Nadezda Gultiajeva, musiche originali, Faustas Latenas; luci, Dziugas Vakrinas; interpreti, gli attori del Meno Fortas Theatrer.
Livia D’Alotto