Caltagirone. La seduta di Consiglio comunale di ieri sera, conclusasi a notte inoltrata, ha fatto registrare, in apertura, alcuni mutamenti nella “geografia” politica. I consiglieri Filippo Pozzo, Francesco Tasca e Mario Marino hanno ufficializzato la propria fuoriuscita dal gruppo “Sintesi autonomista”, costituendo il nuovo gruppo “Sintesi per Caltagirone”, con capogruppo Pozzo e vice Marino. Il gruppo “Sintesi autonomista” è stato ricomposto da Francesco Alparone, Gaetano Lo Nigro e Salvatore Falcone, con Lo Nigro capogruppo e Falcone vice. Infine, Giovanni Modica e Luca Di Stefano, vicini al deputato regionale dell’Udc Luca Sammartino, hanno annunciato di lasciare rispettivamente “Progetto per Caltagirone” e “L’altra città” per entrare nel gruppo misto.
Il Consiglio comunale di Caltagirone, nel corso della seduta di ieri sera, conclusasi a notte inoltrata, ha prima nominato in Aldo Grimaldi il componente della II commissione consiliare che subentra al dimissionario Vincenzo Gozza, e si è poi occupato di alcuni provvedimenti di carattere finanziario. Ha pertanto preso atto, con 18 voti favorevoli e 7 astenuti, di una deliberazione della Corte dei Conti con l’adozione delle necessarie misure correttive al “Rendiconto di gestione esercizio finanziario anno 2010”, e poi approvato (19 sì e 8 no) il rendiconto di gestione anno 2011, che si chiude con un disavanzo di 21.547.737,45 euro.
Il dibattito sui provvedimenti di natura finanziaria ha finito per essere incentrato sul tema del probabile dissesto del Comune, con il fronteggiarsi di due tesi: quella sull’inevitabilità del dissesto e quella sulla proponibilità, invece, di un piano di rientro graduale.
A sostegno della prima, sono intervenuti Luca De Caro, Mario Marino e Roberto Gravina, che hanno mosso pesanti critiche alle precedenti amministrazioni, stigmatizzando “la situazione disastrosa” ereditata, a detta dei tre, dall’attuale esecutivo, e sostenendo “l’impossibilità concreta di un piano di risanamento data l’insormontabilità delle numerose criticità riscontrate”. Il sindaco Nicola Bonanno, nell’illustrare il consuntivo 2011, ha evidenziato “le diverse anomalie, che hanno richiesto continue correzioni, e l’indebitamento di lungo periodo del Comune che si aggiunge al forte disavanzo”, sostenenendo “la necessità di ripartire da basi certe per ricostruire il futuro della città”. Favorevoli a un piano di risanamento e critici con l’attuale Amministrazione “per una scelta che mortifica la città”, si sono dichiarati Fabio Roccuzzo, Luigi Failla, Fortunato Parisi, Gemma Marino, Franco Pace e Paolo Crispino, secondo i quali “la normativa nazionale e quella regionale consentono, come sta accadendo altrove, un piano di risanamento serio e nell’interesse esclusivo della città, che la Giunta comunale si ostina, invece, a non prendere in considerazione, come acclarato dalla mancata adozione, entro il 30 ottobre, delle delibere su Imu e addizionale Irpef e dagli altri colpevoli ritardi di questi mesi”. Favorevoli al piano di risanamento, anche se con valutazioni diverse sull’operato degli esecutivi precedenti e attuale, ma sostenendo “l’esigenza di fare chiarezza”, pure Giovanni Garofalo, Alfredo Scozzarella e Sergio Domenica. Sul rendiconto di gestione “e sulle criticità rilevate” ha relazionato il presidente del collegio dei revisori dei conti, Fabio Amato, anche a nome degli altri componenti, Maria Togo e Giuseppe Giacomazzo. Polemiche si sono registrate quando è stato negato l’ok tecnico e contabile a 5 emendamenti del centrosinistra e a un altro (primo firmatario Luigi Failla) che tendevano a ridurre il disavanzo (e quindi a creare le basi per una scelta alternativa al dissesto) con l’inclusione, fra i residui attivi, di crediti ritenuti dai proponenti riscuotibili e, quindi, di certa esigibilità.
Il Consiglio tornerà a riunirsi alle ore 20 di giovedì 31 gennaio per proseguire la trattazione degli argomenti in programma, fra i quali figura, in quanto notificata ai consiglieri con un ordine del giorno aggiuntivo, quella del provvedimento di dichiarazione dello stato di dissesto finanziario dell’ente.