Enna. AcquaEnna: Prova di forza dei lavoratori Cgil nei confronti di Cisl e Uil e l’azienda

Enna. Rabbia, ma anche tanta determinazione. E così gran parte dei lavoratori di AcquaEnna, in maggioranza iscritti alla Cgil, è probabile che tenderanno una prova di forza nei confronti delle due organizzazioni sindacali, Cisl e Uil, e l’azienda per contestare l’accordo del 5 febbraio che dovrebbe garantire sì a tutti il posto di lavoro, ma con qualche sacrificio. A questo proposito, una cinquantina di lavoratori si sono riuniti in assemblea per discutere su come difendere oltre che il posto di lavoro anche i loro diritti acquisiti negli anni. “Non molliamo –dice un lavoratore-, difenderemo il posto di lavoro e contemporaneamente i diritti tutelati dalla legge”. Intanto la Cgil, che complessivamente ha 40 tesserati che a vario titolo operano in AcquaEnna, mentre Cisl e Uil superano di poco i 30, ha chiesto ufficialmente al Prefetto la convocazione urgente di un tavolo prefettizio con la presenza dei vertici dell’Ato, AcquaEnna, Asen e SiciliaAmbiente. Al momento i lavoratori che sono sempre più allo stremo sono i 13 dell’ex Asen, licenziati da qualche mese, i quali diventano sempre più insofferenti di fronte a istituzioni che non tengono conto delle esigenze di chi deve mettere insieme pranzo e cena e pagare tasse, mutui, bollette e quant’altro. Mercoledì scorso, dopo l’ennesimo tentativo andato a vuoto della III Commissione consiliare provinciale, presieduta da Sebastiano Nicastro, di trovare con le parti in causa (Sindaco, Ato5 e AcquaEnna) una soluzione al loro problema, hanno incontrato il prefetto al quale hanno consegnata una corposa documentazione della loro intricata vicenda. In quella occasione, in modo spontaneo e fuori dalle sigle sindacali, hanno richiesto alla prefettura l’autorizzazione per una manifestazione pacifica, alla quale aderiranno tutti i lavoratori di AcquaEnna, da svolgersi sabato 16 febbraio per le vie principali della città. “Abbiamo scelto di proposito la giornata di sabato – dichiara Francesco Salamone – perchè non vogliamo creare disservizi e problemi alla collettività ennese. Per mercoledì 13, alle ore 16 –aggiunge ancora Salamone – è stato anche indetto un Consiglio provinciale per sostenere e mettere in essere tutte quelle azioni che si rendono necessarie per sollecitare la ripresa del lavoro e per tutelare un nostro diritto acquisito, oggi non rispettato, in quanto tutti e 13 lavoratori siamo vincitori di un concorso pubblico”. La vicenda risale, come si ricorderà, al 2006 quando si è stabilito il trasferimento dei lavoratori dall’Asen ad AcquaEnna in comando temporaneo di 6 anni, in attesa di un decreto Regionale che li stabilizzasse, mai deliberato. Il risultato è stata la lettera di licenziamento fatta pervenire lo scorso dicembre, gettando nello sconforto 13 famiglie, e mortificando la professionalità di questi lavoratori. “ Ho più volte sollecitato la Regione –ha dichiarato due settimane fa il presidente della provincia, Giuseppe Monaco- il cui esito negativo ha posto i lavoratori in condizioni di vittime di un sistema sbagliato. AquaEnna attualmente ha una situazione finanziaria disastrosa imputabile a due motivazioni. La prima è quella derivante dalle modalità con cui si è aggiudicata la gara del servizio idrico. La seconda è dovuta al fatto che è subentrata una società come organo di controllo a livello nazionale che ha determinato delle tariffe uniformi per tutto il territorio nazionale, dove i parametri stabiliti sono superiori rispetto a quelli permessi. Alla luce di questi fatti è indispensabile che la società rimoduli il suo piano economico finanziario e gestionale”.

Giacomo Lisacchi