Dal nostro inviato Francesco Librizzi. Berlusconi a Palermo: prima di morire voglio attraversare il ponte sullo Stretto

Silvio Berlusconi ritorna nella terra del 61 a 0, in occasione del voto elettorale per il rinnovo di Camera e Senato, ma stavolta i tempi, in qualche modo, sono molto cambiati. Nell’Isola, così come altrove, infuria il fenomeno Beppe Grillo con il suo Movimento 5 Stelle. E il Cavaliere, uomo dal sondaggio facile, conosce bene l’insidia dei grillini. L’ha sperimentata in occasione del voto siciliano di ottobre, una vera rivoluzione culturale che, dopo aver assestato un duro colpo alla vecchia nomenclatura, ha portato a sedere negli scranni di Palazzo d’Orleans 15 deputati grillini, i quali stanno mantenendo la promessa con gli elettori: taglio netto degli stipendi parlamentari, dimostrando che si fa politica non per arricchirsi ma per servire i siciliani, e opposizione oculata. Berlusconi sa bene che, oltre alla Lombardia e il Lazio, in Sicilia si gioca una partita importante per il Senato. Si decide il destino dell’Italia, della governabilità del Paese da parte del futuro premier, perché il rischio potrebbe essere quello che, grazie ad una legge elettorale balorda, chi vince alla Camera può non ottenere la maggioranza al Senato. Ciò significherebbe andare nuovamente al voto. Il Cavaliere punta a vincere almeno al Senato e per rafforzare la lista, cosa che non ha fatto per le regionali in Sicilia, ha stretto l’alleanza anche con Grande sud di Miccichè e con l’Mpa di Lombardo. Attorniato da una stola di guardie del corpo, il Cavaliere, giunto al Politeama qualche minuto prima di mezzogiorno, è accolto da un applauso scrosciante. In prima fila tutti i big del Pdl (di Dell’Utri neppure l’ombra), ma Berlusconi saluta e ringrazia per il loro impegno solamente il presidente del Senato Renato Schifani, il segretario nazionale Angelino Alfano e l’ex ministro della Difesa Antonio Martino. Nessuno accenno per il potente senatore Firrarello, per i coordinatori regionali del partito e neppure per l’ex ministro Stefania Prestigiacomo, la quale ci confida: “Berlusconi è il mio leader, io ho incominciato a fare politica nel 1994 con Forza Italia, per me è stato ed è tutt’ora un punto di riferimento, un maestro di vita. Come abbiamo visto la sua presenza è indispensabile, sino a quando ci sarà lui io continuerò questa battaglia. Per me – ha concluso la Prestigiacomo – è un uomo che avrà un posto importante nella storia del nostro Paese”. In platea anche la delegazione di Calascibetta (nella foto), tra loro il segretario sezionale Mauro Pedevillano e il presidente del consiglio comunale Tonino Messina (nella foto con Berlusconi). Ad ascoltare il premier i candidati dell’ennese alla Camera: Salvatore Ferrara, Edoardo Leanza, Jenny Arena, Giacomo Plumari, Tonino Messina (candidato anche a sindaco di Calascibetta) e il candidato al Senato Achille Croce Parisi. Il premier, già da subito, non delude i suoi sostenitori, leader del partito compresi. Parla a braccio per due ore e come primo argomento parla del Ponte. “Prima di morire – dice- voglio attraversare il ponte sullo Stretto”. Poi aggiunge: “I siciliani sono sempre nel mio cuore”. Poi sfodera il solito repertorio: il milione dei posti di lavoro, i magistrati rossi, l’Imu il voto utile e i traditori, Fini e Casini. Definisce Monti “uno che non capisce nulla di economia”, mentre a Grillo “uno istrione”. Non risparmia colpi né al Pd, quando affronta la vicenda del Monte Paschi di Siena, né a Equitalia. Dice: “In caso di vittoria faremo un provvedimento che renderà non pignorabili sia la casa sia i macchinari delle aziende”. E quando parla di Imu, dicendo che in occasione del primo Consiglio dei Ministri, “l’abrogheremo completamente e restituiremo i soldi ai cittadini entro il mese di maggio, un supporter si alza dalla poltroncina e urla: “L’Italia ti è grata, si vergogni il popolo della sinistra”. Durante il suo intervento fiume Berlusconi dice anche che è arrivato il tempo di farla finita con l’austerity, spiegando che occorre far pagare meno tasse alle famiglie, alle imprese e ai lavoratori. Dalla platea spunta una richiesta, un cartello con su scritto “Silvio, fammi guarire dalla Sla, legalizza le staminali”. Berlusconi si sa che per le donne ha un debole, così la battuta riguardante il gentil sesso non tarda ad arrivare. “Un applauso a Gabrielle (gli consegna degli appunti) – dice – Brava giornalista televisiva, che ha riempito di bellezza il nostro Parlamento. Anche grazie a noi – spiega successivamente – il Parlamento è diventato un luogo frequentabile. Questa la differenza tra noi e la sinistra. Loro sono sempre incazzati, noi sappiamo ridere anche di noi stessi”. È un Berlusconi che se da un lato racconta di commettere qualche peccato, dall’altro sa subito incensarsi. “Sono andato dal prete per confessarmi, poiché anch’io faccio qualche peccato, ma il sacerdote mi ha risposto, Presidente lei è tanto bravo!”. E la gente ad applaudire. La convention, iniziata con l’Inno di Mameli, si chiude alle 14,00 sulle note di “Meno male che Silvio c’è”. Ma prima che il Cavaliere si avvii alla conclusione, in platea si iniziano a vedere dei posti vuoti. Per alcuni siciliani, probabilmente, l’ora del pranzo è sacra.

Francesco Librizzi