Enna. La Sezione comunale dell’Udc ha organizzato per venerdì alle 18,00 presso i locali del partito un incontro dibattito dal titolo “Giovani e cattolici: quali prospettive?”.
L’incontro è rivolto a tutti i giovani e cattolici della città, che vogliono contribuire a dare nuove idee alla vita sociale e politica. I relatori dell’incontro sono: don Giacomo Zangara, Ferdinanzo Scillia, capo dei rettori, l’ex preside Stefano Cosentino e Paolo Vicari, tecnico del Coni provinciale. “Il voto italiano – dichiara Paolo Vicari, dirigente dell’ Udc, è l’espressione drammatica di una crisi di un sistema che ripropone in termini di estrema urgenza la questione di uno smembramento di ogni orientamento collettivo e la rivolta contro il sistema dei partiti cha ha caratterizzato la prima e la seconda repubblica”. “L’esplosione del “Grillismo” – sostiene Paolo Vicari – è un aspetto della drammatica questione giovanile che ormai inquina la convivenza civile. I giovani non hanno interlocutori validi ormai da molti anni e il sistema dei partiti non riesce a raccoglierne le istanze profonde né ad interpretare i bisogni.Nessuno ha provato a dialogare col mondo giovanile, analizzando e approfondendo le ragioni della crisi che investe tutta la società. Non sono le classi dirigenti di un sistema fondato sulle disuguaglianze sociali e sul sacrificio del mondo del lavoro gli interlocutori possibili di un mondo cattolico che esprime attraverso le gerarchie il bisogno di tutelare i più deboli e di garantire la dignità della persona. Un sistema di partiti che non sa parlare ai giovani e non sa cogliere il senso profondo delle istanze religiose è già condannato alla sterilità, proprio perché incapace di riproporre uno spirito nazionale dove va restituita ai cittadini la possibilità di partecipare alla decisioni che riguardano la vita di tutti”. “La questione giovanile e la questione cattolica – conclude Paolo Vicari – sono i temi da porre al primo posto di un’agenda politica che voglia affrontare la realtà frantumata del Paese nella prospettiva di un nuovo spirito nazionale che raccolga anche il positivo delle nostre tradizioni storiche. Chi opera in politica, ispirato dalla fede, non si deve distinguere unicamente per la sua moderazione, ma deve essere ancorato ad una difesa intransigente dei valori etici, ad una preferenziale opzione per i più deboli e ad una giusta valorizzazione del lavoro”.