Operazione “bufala”, undici rinviati a giudizio per presunta truffa contributi per l’agricoltura e la zootecnia

Ci sono undici rinvii a giudizio e cinque non luogo a procedere per le persone che erano rimaste coinvolte nell’operazione “Bufala”. Il gup Francesca Cercone, ex gip al tribunale di Enna, ha chiuso così l’udienza preliminare dell’operazione “Bufala”, sulla presunta truffa relativa ai contributi per l’agricoltura e la zootecnia ricevuti dalla Regione, scoperta dalla Guardia di Finanza della compagnia di Enna. Intanto sono stati definitivamente prosciolti i veterinari, alcuni consulenti e il direttore di una banca di Catania, mentre fra gli undici rinviati a giudizio c’è Vittorio Grasso, 61 anni, che viene ritenuto l’organizzatore, il promotore e il capo di una associazione per delinquere che era finalizzata alla truffa, al falso e al riciclaggio di denaro di provenienza illecita. L’indagine era stata coordinata dalla Procura di Catania. Tra gli undici imputati, che dovranno comparire il prossimo 17 giugno di fronte alla quarta sezione penale del tribunale di Catania, c’è l’ex vicesindaco di Catenanuova, Prospero Lentini, 45 anni, che risponde esclusivamente nella sua veste professionale; un ex direttore dell’Ispettorato provinciale dell’Agricoltura di Catania, Gaetano Costanzo, 66 anni di Bronte; oltre ad alcuni funzionari dell’Ispettorato dell’Agricoltura. Gli altri imputati, accusati di associazione a delinquere, truffa, utilizzo di falsi sigilli e timbri e riciclaggio, sono Giuseppe Celso Pietro Di Salvo di Catania, 56 anni; Michele Messina, catanese di 52 anni; Maria Doriana Grasso, ceramese di 33, parente di Vittorio; Maurizio Abbate, 58 anni di Villarosa; Gaetano Lombardo, ennese di 54; e i ceramesi Antonio Domenico Grasso di 32 anni, Domenico Grasso di 33 e Domenico Grasso di 28. Il gup ha prosciolto definitivamente un direttore di banca di Catania, Salvatore Zuccarello, 52 anni; due veterinari, Giuseppe Ferlauto, 51 anni di Gagliano Castelferrato, e Michele Barbagallo, villarosano di 33 anni; e due consulenti, Alberto Barbera, catanese di 44 anni, e Antonino Moschitto, catanese di 52 anni. Il gup per loro ha dichiarato semplicemente che i reati non sussistono. I veterinari erano accusati di aver attestato falsamente la presenza di alcuni cavalli, ma le indagini, scrive il gup nella sentenza, hanno dimostrato il contrario: “ e vanno ad escludere che abbiano contribuito in alcun modo alla presunta truffa. Per il direttore non c’è alcun elemento che potesse collegarlo agli altri coindagati, né condotte che possano far desumere un suo coinvolgimento di alcun genere”.