Sicilia, la giunta Crocetta ha deliberato la cancellazione delle Province

La Giunta regionale siciliana presieduta dal Governatore Rosario Crocetta ha deliberato l’abolizione delle province, che saranno sostituite da liberi consorzi di comuni, proprio come prevede lo Statuto speciale della Regione siciliana (con elezioni di secondo livello). Ai consorzi sarebbero intestate competenze in tema di rifiuti ed edilizia sociale, sopprimendo numerosi enti, come gli Ato agli Iacp. Parte dei risparmi sarebbe utilizzata per finanziare il reddito minimo di solidarietà, per una spesa di circa 130 milioni di euro, 12 milioni derivanti dal taglio del costo delle indennità per presidenti, assessori e consiglieri. Il ddl sarà trasmesso domani alla commissione Affari istituzionali dell’Ars. Saranno i sindaci dei Comuni del consorzio a eleggere tra loro il presidente del consorzio; i consigli comunali eleggeranno il consiglio, che sarà comunque meno numeroso degli attuali consigli provinciali. Non ci saranno indennità, ma solo rimborsi per consiglieri e presidenti.

 Il governo ha deciso inoltre l’emissione dei cosiddetti Trinacria bond per coprire almeno una parte del debito che ha con le imprese, che nei confronti della pubblica amministrazione vantano 6 miliardi di crediti, 2 miliardi con la Regione (compreso il sistema sanitario). Aboliti pure le Iacp.
Le nove Province siciliane costano 700 milioni di euro all’anno. Presidenti, assessori e consiglieri, un esercito di 350 amministratori con pesanti indennità. Il presidente della Provincia di Palermo, per esempio, incassa 8.459 euro al mese, il vice 6.334, gli assessori prendono 5.948 euro. “Misera” la busta dei consiglieri: poco più di 2.500 euro. Se si aggiunge che lo Stato spende per le Province siciliane quasi 300 milioni.

Il personale rappresenta quasi il 50 per cento della spesa corrente delle Province, per un totale di 244 milioni annui. Dati Istat del 2009. Capitolo scandaloso, quello dei consulenti: una spesa di oltre 4 milioni di euro per più di trecento “esperti” pagati nel 2011.
Non solo l’abolizione delle Province, ma anche un reddito di solidarietà pari a mille euro ai nuclei abitativi che si avvicina molto al reddito di cittadinanza. Temi che stanno a cuore ai 5 stelle e che il governatore, Rosario Crocetta, ha deciso di portare avanti con forza, nel segno di quel ‘modello Sicilia’ che piace a Beppe Grillo e che può fare da assist a Pierluigi Bersani nella complicata partita della formazione del nuovo governo a Roma.

Domani i vari gruppi parlamentari, di maggioranza e opposizione, si riuniranno per discutere della riforma. Se la maggioranza dovesse confermare all’Ars la linea emersa dal vertice col governatore, la strada allora sarà in discesa. Mettendo in conto i voti favorevoli dei 5 stelle, i numeri in aula sono dalla parte del governatore. Ma bisognerà comunque fare i conti con gli altri gruppi d’opposizione.
Il Pdl infatti è contrario alla soppressione delle Province e vuol andare al voto a maggio, alla scadenza degli organi elettivi. Il nodo a questo punto sta nei tempi. La riforma deve essere approvata entro fine mese, comunque prima dell’inizio dei comizi elettorali (il 27 marzo). Se non ci saranno le condizioni e’ probabile che si lavori a un testo per il rinvio delle elezioni e la nomina di commissari.

“La gente vuole l’abolizione delle province: se Crocetta fa un giro tra le persone comuni si accorgerà che tagliandole entrerà nella storia come il primo presidente della Regione che ha eliminato l’emblema degli enti inutili e costosi”, è stato il commento di Giancarlo Cancelleri, capogruppo regionale del movimento di Beppe Grillo.

La cancellazione delle province, con la contestuale previsione dei consorzi di comuni, “é certamente una svolta positiva, a condizione naturalmente che questa necessaria riorganizzazione valorizzi le competenze e le professionalità dei tanti lavoratori che svolgono una funzione di servizio per la comunità”. Lo afferma il leader nazionale Cisl, Raffaele Bonanni, intervenendo, così come il segretario della Cisl Sicilia Maurizio Bernava, sul tema della soppressione degli enti intermedi nel contesto di una politica di taglio dei costi della politica e dell’amministrazione pubblica. Bonanni ricorda che “da anni la Cisl sostiene che le province e tutte le società collegate, devono essere abolite, riducendo i costi abnormi e scandalosi della gestione di questi enti che gravano solo sulla collettività”. Ma, prosegue il leader Cisl, “tutto deve avvenire nella massima trasparenza, senza penalizzare i lavoratori. Sopprimere le province non deve significare cancellare i servizi per le imprese e i cittadini”. La riorganizzazione “deve consentire un migliore utilizzo delle persone, attraverso una ricollocazione dei lavoratori che tenga conto dei bisogni delle imprese, del territorio e dei cittadini”. Per questo, la Cisl nazionale assieme a quella siciliana chiedono “l’apertura subito di un tavolo di confronto” nell’Isola come in tutte le regioni che intendono abolire le province.


Ed ecco i primi tre consulenti di Rosario Crocetta. Il governatore siciliano ha firmato incarichi di consulenza all’imprenditore Antonello Pezzini e ai professori Rosario Lanzafame e Salvatore Lupo. Si tratta di incarichi bimestrali conferiti per le attività di programmazione delle risorse provenienti dalle dotazioni Po Fesr Sicilia 2007-2013 e a supporto delle attività progettuali degli enti aderenti all’iniziativa Patto dei sindaci. I tre costeranno alle casse della Regione poco meno di 13mila euro, ovvero 4.131 euro ciascuno, con incarichi in scadenza il 30 aprile.