Caltagirone: Consiglio dichiara dissesto finanziario

Dalle 2,10 di stamane il Comune di Caltagirone è ufficialmente in “default”. L’ha deciso il Consiglio comunale che, al termine di una lunga seduta, caratterizzata da un dibattito infuocato e da un clima febbrile (presente in sala un folto pubblico), ha approvato, con 17 voti favorevoli e 9 contrari, la proposta di dichiarazione dello stato di dissesto finanziario dell’ente, presentata dalla Giunta.
A inizio seduta si è registrato un colpo di scena, l’ennesimo in questa tormentata vicenda: la comunicazione dell’arrivo, avvenuto alle 19,40, di un e-mail dell’assessore regionale alle Autonomie locali Patrizia Valenti in cui la stessa, rivolgendosi al sindaco Nicola Bonanno e, per conoscenza, al presidente del collegio dei revisori dei conti Fabio Amato, ha scritto testualmente: “Dopo la Sua segnalazione del problema, circa un mese fa, nelle more di pervenire alla piena operatività della task force prevista dal protocollo d’intesa siglato con l’Anci e l’Istituto per la finanza degli enti locali (Ifel), sono stati comunque agevolati contatti della Sua Amministrazione con esperti dell’assessorato regionale per l’Economia e dell’Ifel. In base alle notizie fornite per le vie brevi a seguito di tali primi contatti, confermando la gravità della situazione del Comune di Caltagirone, sembrerebbe possano essere esplorate altre vie oltre al dissesto, come d’altronde è stato evidenziato dallo stesso collegio dei revisori dei conti con nota del 6 marzo scorso… Tuttavia – ha aggiunto l’assessore regionale – si sottolinea ancora una volta che la responsabilità della scelta tra diverse opzioni resta in capo esclusivamente agli organi comunali preposti. Si resta in attesa di conoscere le determinazioni di codesta Amministrazione, confermando la piena disponibilità della Regione a fornire ogni utile supporto nell’ambito delle proprie attribuzioni e responsabilità”.
Il sindaco Bonanno ha stigmatizzato “l’irritualità dell’ennesima comunicazione giunta da Palermo” e affermato che “non vi è alcun riferimento ai richiesti, concreti e immediati aiuti economici. Non ci vengono forniti tempi certi sulle attese risposte e, in queste condizioni, la città non può più attendere perché la sua sofferenza si accresce di giorno in giorno, mentre l’attuale situazione ci espone al rischio costante di aggressioni dei creditori, come accaduto, per la somma di oltre 400mila euro, nel periodo in cui abbiamo atteso la relazione dell’ispettore regionale”. Il primo cittadino si è richiamato al via libera dato dallo stesso ispettore al dissesto, stigmatizzando “la gravissima situazione che poneva il Comune in uno stato di dissesto di fatto già dal 2011”. Bonanno ha, infine, annunciato “la ferma volontà di avviare il risanamento e di far ripartire la nostra Caltagirone”.
Sul tema – dissesto si sono, ancora una volta, fronteggiate due tesi: quella della maggioranza di centrodestra, che l’ha ritenuto una scelta dolorosa, ma inevitabile, e quello dell’opposizione, che ha invece accusato l’Amministrazione di non aver volutamente compiuto i passi per evitarlo.
Per la maggioranza sono intervenuti la presidente della I commissione Elisa Privitera (“Sussistono, come peraltro acclarato dalle verifiche compiute, tutti i presupposti per il dissesto”), Luca De Caro (“Il dissesto era già nelle cose, come si evince dalla gravissima situazione ereditata, ed è purtroppo un’immancabile presa d’atto”), Giovanni Garofalo (“E’ inevitabile ed è frutto delle gravi responsabilità delle precedenti amministrazioni”), Marco Failla (“Il dissesto non è una scelta politica, ma la valutazione di un dato inequivocabile”), Mario Marino (“Le scellerate scelte del passato lo rendono inevitabile”), Claudio De Pasquale (“La strada è inevitabilmente tracciata”) e Roberto Gravina (“Lo stesso ispettore ha detto che il dissesto va fatto per legge, ma adesso si pensi al programma amministrativo”).
Per l’opposizione di centrosinistra hanno preso la parola Fabio Roccuzzo (“Perde la città. Il dissesto è una scelta politica; col piano di rientro si sarebbe modulata l’incidenza della tassazione”), Luigi Failla (“Piano pervicamente perseguito dall’Amministrazione nonostante le concrete e possibili alternative”), Fortunato Parisi (“Il sindaco ha scelto la strada più breve e dannosa per la comunità. Preoccupa l’assenza di un progetto per la città”), Franco Pace (“L’Amministrazione chiude le porte in faccia alla Regione, ma la questione – dissesto avrà appendici”), Gemma Marino (“La Giunta, se avesse avuto il giusto coraggio, avrebbe potuto e dovuto fare il piano di rientro”) e Paolo Crispino (“E’ mancata la volontà politica di compiere un atto d’amore e responsabilità per la città”). Anche Sergio Domenica del Pdl ha detto che “la Giunta aveva l’obbligo di mettere alla prova la Regione col piano di risanamento”.
Un piccolo “giallo” si è avuto, nel corso della votazione di un emendamento tecnico dell’ufficio ragioneria, con i revisori che, pur confermando la propria relazione a supporto della proposta di dissesto, si sono detti insoddisfatti delle esplicitazioni fornite in ordine alle simulazioni compiute dallo stesso ufficio sulla spalmabilità del disavanzo negli anni futuri.