Renzi: ‘Io sono pronto’

«Sarà una legislatura breve. Ma spero possa almeno fare una riforma elettorale perché i cittadini scelgano il prossimo Sindaco d’Italia. E se ci saranno le condizioni, mi candiderò». Parla l’ex sfidante di Bersani
di Marco Damilano

 

Pieno sostegno a Bersani, ma se il suo tentativo di formare un governo dovesse fallire, Matteo Renzi è pronto a candidarsi per la premiership in caso di nuove elezioni.

Lo dice il sindaco di Firenze in una lunga intervista a “l’Espresso” in edicola venerdì, in cui spiega tra l’altro che sta preparando un “Job act”, un «innovativo» piano per il lavoro, da presentare a breve.

Tra gli altri temi: i rapporti con Grillo, il finanziamento pubblico ai partiti, i conflitti con i dirigenti del Pd, le primarie, il nuovo presidente della Repubblica.

Qui di seguito un breve stralcio dell’intervista.

Ha mai pensato di cambiare partito: per esempio una nuova formazione con Monti?
«No. Sono rimasto nel Pd e con Bersani non solo perché sono leale alla Ditta, ma anche perché penso che per l’Italia sia utile avere due grandi partiti: non possiamo continuare con l’idea che ognuno si fa il suo partitino».

Lei si candiderà mai a segretario del Pd?
«Non sono minimamente interessato a capire cosa farò da grande…».

A questo, scusi, non crede proprio nessuno.
«Io voglio che ora facciamo sentire la nostra voce».

Ok, ma faccia una previsione. Tra dieci giorni ci sarà un governo Bersani? Un governo del presidente? O torneremo a votare?
«Non mi sostituisco al capo dello Stato. Credo che sarà una legislatura breve, mi auguro che almeno si riesca a scrivere una buona legge elettorale. Il mio modello è il sindaco d’Italia. Solo da noi il vincitore è oggetto di interpretazione: se alla Sistina si votasse con il Porcellum sarebbero eletti in quattro. E ora a venti giorni dal voto stiamo per infilarci nel rito nobile delle consultazioni. Ci mettono meno a fare il papa che il presidente della Camera!».

Se alla fine salta tutto e si va alle elezioni Renzi si candida a premier o no?
«Pensavo di sì. Da quando ho letto che anche Fioroni mi appoggerebbe mi è venuto qualche dubbio…».

In tanti che fin qui lhanno contrastata ora la invocano come il salvatore della patria.
«Mettiamola così: se ci fossero le condizioni ci starei. Nonostante Fioroni. E senza Fioroni».

La versione integrale sull’Espresso in edicola da venerdì

 

 


da L’Espresso