Si incontrano i sopravvissuti di Pds e Mpa

La sconfitta elettorale alle politiche e quella precedente alle regionali, ha portato Pds e Mpa a radunare aderenti e simpatizzanti sopravvissuti allo tsunami che ha travolto dopo otto lunghi anni il movimento autonomista. Ad accogliere tanta gente proveniente da tutta la Sicilia non c’era Raffaele Lombardo, che ha scelto di non proferire parola ma alcuni suoi uomini che candidatisi nelle liste del PdL di Berlusconi sono risultati eletti al Senato e alla Camera. Rino Piscitello, quale coordinatore del PdS-MpA, ha dato il benvenuto. Toti Lombardo, figlio del leader e deputato eletto alla Regione ha infiammato l’affollata platea con attacchi mirati in direzione di Crocetta e il senatore Scavone ha concluso l’incontro attaccando il PD che aveva sostenuto la seconda fase del governo Lombardo e i transfughi che tradendo Lombardo e il Movimento hanno decretato la loro fine politica. E’ toccato all’architetto Liborio La Vigna, nicosiano, autonomista per eccellenza, far notare al senatore Scavone che si apprestava a concludere l’incontro, come l’MpA avesse oramai perso l’originario ruolo di partito dei siciliani in quanto a rappresentare oggi le loro istanze anche a livello nazionale fosse il Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo che ha consentito di mandare a casa tanti parlamentari resisi indegni della fiducia loro accordata. Liborio La Vigna, nel suo intervento è stato abbastanza duro e chiaro dichiarando che “in Sicilia tutto può cambiare se si cambiano gli uomini che hanno concorso al suo tracollo. A Grillo va riconosciuto il merito della pulizia in atto. Al 32% dei siciliani che lo hanno votato il ringraziamento più sentito per avergli dato questa grande opportunità. Nel 1282, a cominciare da Sperlinga, ben 731 anni fa, i Siciliani si liberarono degli Angioini. Oggi e possibile liberarci dei partitocratici della mala politica, artefici del degrado socio politico culturale economico della Sicilia.
Non c’è alcun disfattismo in tutto questo, ma il bisogno di un urgente e diligente revisionismo. Nessuna terza Repubblica ma un opportuno e significativo Secondo Risorgimento”.