Cisl Sicilia. Bernava a Crocetta: emergenza sociale sia priorità

“Il presidente Crocetta è una persona per bene, ha una concezione etica della politica, ma non basta. Sta sbagliando allo stesso modo di Lombardo, sta facendo gli stessi errori. Non basta che sia onesto per dire che fa bene. Perché non ha preso consapevolezza che la prima cosa che doveva fare, era assumere il dramma economico come primo punto, l’emergenza sociale come priorità”. Così Maurizio Bernava, segretario della Cisl Sicilia, parlando, al Cefpas di Caltanissetta, al primo congresso della neonata Cisl di Agrigento, Caltanissetta, Enna: un’assise che ha sancito l’unificazione delle tre strutture provinciali, in un’unica segreteria. Per Bernava, “Crocetta, così come si era impegnato a fare con il sindacato, doveva valorizzare l’esperienza della manifestazione dell’1 marzo dello scorso anno, quando 25 mila lavoratori sono scesi in piazza assieme alle imprese. In quel momento si mise in crisi Lombardo perché si incrinò il rapporto con il mondo del lavoro, la società e le imprese”. Bernava ha insistito sulle priorità che la Cisl indica al governo regionale: “un patto sociale per l’emergenza sociale ed economica e per attrarre investimenti anche offrendo aree”.
“Qui a Caltanissetta si è fatta una cosa bellissima – ha quindi aggiunto – insieme, lavoratori e imprese, hanno dato vita alla Zona franca della legalità. Ma manca un’azione di coordinamento della Regione per attrezzare le aree, con un nuovo cablaggio, con infrastrutture adeguate e senza una burocrazia che faccia estorsione, facendo un’operazione di marketing territoriale nazionale e internazionale e ridando così fiducia a chi vuole investire, a partire dall’edilizia e dal manifatturiero”.
Altro punto su cui la Cisl Sicilia batte, è “il risanamento e la ristrutturazione della pubblica amministrazione – ha affermato Bernava – a partire dalle società partecipate dei comuni e della Regione, che sono il vero fallimento”. “Se finalmente l’Ars e il governo si svegliano dando indirizzi e linee-guida per la ristrutturazione delle partecipate regionali e comunali, farebbero cosa giusta, perché ci stanno portando al fallimento. Il fatto è che nessuno le vuole toccare perché servono come bancomat, in campagna elettorale”. Quanto all’abolizione delle province, “non vogliamo i consorzi costituiti per legge”, ha ripetuto il segretario Cisl. “La legge già c’è e facilita, orienta l’azione politica e noi vogliamo che le province si aboliscano e che i dipendenti e i servizi siano affidati alla Regione e ai comuni. I consorzi non devono essere piccole province con loro organi”.
“Governo e istituzioni – ha proseguito il segretario Cisl – devono dare priorità alle infrastrutture che proprio in questi giorni in Sicilia hanno manifestato tutta la loro problematicità, come nel caso del crollo del ponte Verdura che ha diviso in due l’Isola mettendo a rischio l’economia, o come nel caso dei lavori per il raddoppio della strada statale 640, dove sono a rischio centinaia di lavoratori e decine di imprese. Serve un intervento delle istituzioni”.
Il segretario generale regionale, ha quindi dettato la strategia per “un sindacato che non si è mai visto, e che guardi al futuro. Prendiamo il patrimonio positivo della Cisl, i valori, e andiamo avanti costruendo un sindacato che guardi ai comportamenti organizzativi con un linguaggio chiaro, determinato e preciso sui problemi. Con pochi obiettivi strategici che interessano la società, il mondo del lavoro e le imprese. Anche duro, aggressivo ma non antagonista, piuttosto impegnato a costruire alleanze sociali, oltre l’unità sindacale. Alleanze su capacità di proposta. Sarebbe il completamento degli ultimi 60 anni di storia della Cisl, un sindacato riformista, partecipativo, laico, autonomista e pragmatico”.

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redazione-vivienna