Villarosa unita contro la crisi che miete vittime fra i giovani

Villarosa. “Non dobbiamo avere paura, stiamo vicini gli uni agli altri. Dobbiamo insegnare ai nostri ragazzi a soffrire con dignità nei momenti difficili stando loro accanto, piangendo con loro. Allora sì che i loro occhi potranno brillare nel futuro. Dopo questa serata di unione, di compattezza, di familiarità non ci deve essere più la morte nel futuro dei nostri ragazzi, ma vita”. Le parole di don Salvatore Chiolo diventano fiammelle di speranza come quelle che in tanti, domenica sera, hanno voluto accendere nel lungo corteo silenzioso, partito da Palazzo di città, con in testa il sindaco Franco Costanza, e che hanno illuminato corso Garibaldi e piazza Vittorio Emanuele. Centinaia i giovani, gli uomini e le donne che si sono uniti in un caldissimo abbraccio ideale intorno alle famiglie straziate dal dolore per la tragica morte di due loro cari suicidatisi, a distanza di qualche settimana l’uno dall’altro, ad appena 21 e 48 anni. “E’ un gesto simbolico, un grido silenzioso ma ricco di fiducia e speranza –ha detto la giovane Valentina Strazzante- per gli avvenimenti che hanno colpito Villarosa nell’ultimo periodo”. “Oggi tanti giovani abbiamo la possibilità –ha commentato Chiara Graziano- di fare sentire una voce diversa, di rompere il silenzio e la solitudine in cui sono immersi in tanti. Quello che abbiamo vissuto in questo periodo, in una comunità piccola come la nostra, fa male tantissimo”. “Una fiaccolata per dire che la comunità è unita –hanno sottolineano Lucio Notarrigo e Mario Ruggeri- ed è pronta ad aiutare in modo concreto e tangibile chi si trova in difficoltà, soprattutto i giovani che non intravedono una via di sbocco per il loro futuro”. “Un momento di riflessione, di preghiera e di speranza” –l’ha definita il sindaco Costanza parlando all’immensa folla che al termine del corteo si è riunita a cerchio in piazza Vittorio Emanuele.

“Villarosa oggi è riuscita a sentirsi comunità –ha detto Costanza-. Abbiamo fatto questa fiaccolata in silenzio in modo che ognuno di noi possa fare le proprie riflessioni per quello che sta accadento in Italia, in Sicilia a Villarosa; sulla grave crisi che ci sta stringendo dove i giovani non riescono più a pensare al loro futuro e le famiglie non riescono più a vivere serenamente. I fatti tragici di questi giorni avranno sicuramente suscitato in ognuno di noi dei sentimenti di tristezza e di grande preoccupazione. Ma la nostra comunità, insieme alla chiesa, si deve sentire una grande famiglia in modo che i più deboli e i meno fortunati non si sentano soli. Se qualcuno ha qualcosa in più la deve dare a chi non ce l’ha. In questo momento difficile servono coraggio, unità e soprattutto grandi gesti di solidarietà, di amore e rispetto agli altri”.

Pietro Lisacchi