Sicilia. Messa una “Croce††a” sopra le Province

Tutte le Province siciliane saranno abolite per approdare ai Liberi Consorzi tra comuni. L’approvazione della legge, un articolo unico composto da 4 commi (ieri il voto finale a Palazzo d’Orleans), prevede la sospensione del rinnovo elettorale e la nomina di commissari. Al momento non c’è dato sapere, nei dettagli, il meccanismo della formazione dei Consorzi e in particolare i criteri territoriali e il numero degli abitanti per la loro istituzione (intorno ai 150mila). Il bello verrà quando tanti comuni, che da sempre hanno avuto la pretesa di divenire capoluoghi, si faranno avanti per mettere insieme quanti più “campanili” per raggiungere il quorum. Gela con i suoi 80mila abitanti è già a metà dell’opera. Ma Sciacca, Modica, Licata, Capo d’Orlando, Milazzo, Caltagirone ecc., avranno un bel da fare per raggiungere il traguardo. La legge regionale n° 9/1986, la cosiddetta legge Curcio, prevedeva “l’aggregazione dei comuni siciliani in Consorzi, dotati della più ampia autonomia amministrativa e finanziaria, operanti in territori di dimensioni sovra comunali, storicamente integrati o suscettibili d’integrazione […] e l’attuazione di una comune programmazione economica e sociale” (art.4). Tra i requisiti vi era la continuità territoriale ed una popolazione residente di 230 mila abitanti (art.5). Dopo 27 anni dall’emanazione della predetta legge 9, nessun Consorzio è stato costituito, malgrado i vari tentativi di tanti grossi comuni, soprattutto Gela e Caltagirone. Un lungo e articolato resoconto sulle attività svolte nei due anni e mezzo trascorsi, e sullo sviluppo della città, in tutti i settori socio-economici, per gli anni che rimango a completamento della sindacatura, è stato divulgato dal sindaco Paolo Garofolo, dal titolo “Patto per la Città”. L’ultima parte del documento, denominata “Enna Riparte: un’azione di rilancio”, riporta la sintesi delle proposte di programma inserite nella seconda fase temporale dell’Amministrazione Garofalo, da qui alla scadenza del suo mandato. Nel documento vi sono riflessioni e commenti sulla legge regionale di abrogazione delle province regionali, di grande attualità e al centro dell’attenzione non solo in Sicilia. Il Sindaco afferma che “la Regione ha legiferato al buio, rimandando ad una ulteriore legge, da emanarsi entro il 31 dicembre di quest’anno, la fase attuativa dei Consorzi” e inoltre, “non ci sono certezze di come saranno costituiti i liberi consorzi che sostituiranno le province; essendo la nostra la più piccola, non sappiamo se riuscirà a resistere alle tentazioni di tagli alla spesa senza se e senza ma”. “Potrebbe verificarsi – conclude il sindaco – l’aumento dei Consorzi con il rischio di aumentare la spesa…”. A tal proposito Massimo Greco, presidente del Consiglio Provinciale in carica, ha esternato le sue argomentate riflessioni in un articolo qui pubblicato dal titolo ”L’imbarazzante riforma delle Province in Sicilia”. Inizia col dire, tra l’altro, che “ciò che dà all’occhio è la dilettantistica tecnica legislativa ancora una volta utilizzata dal legislatore siciliano” rinviando di un anno la disciplina in ordine all’istituzione dei Liberi Consorzi dei Comuni”. Afferma inoltre che “appena un anno fa la Regione aveva avviato il riordino dell’Ente intermedio (L.R. n°14 dell’8 marzo 2012) impegnandosi a individuare con successiva legge, da approvare entro il trascorso 31 dicembre 2012, l’individuazione delle funzioni d’indirizzo e coordinamento delle attività dei Comuni e le modalità di elezione degli organi di governo”. Quindi, di fatto, un rinvio di un ulteriore anno. “Ci auguriamo – ha concluso Greco – che il tempo di riflessione richiesto dall’ARS (31/12/2013) per approvare la riforma venga utilizzato per intavolare un ragionamento franco da pregiudizi”. Lo stesso ha comunque definito la legge appena approvata “una scelta di politica emozionale”.

Salvatore Presti