LA STORIA – Lui, Nick, la app l’aveva già inventata a 15 anni: si chiamava Trimit, e l’idea gli era venuta facendo ricerche su Google per gli esami di storia: troppe informazioni, troppa dispersione, niente ordine né sintesi. Da qui l’idea: un algoritmo che asciuga i testi riassumendone l’essenziale. Il primo a crederci fu il miliardario di Hong Kong Li Ka-shing, che ci investì 250 mila dollari (194 mila euro) sull’unghia. Lo seguirono immediatamente varie celebrity, da Ashton Kutcher a Yoko Ono, da Stephen Fry a Wendy Murdoch. Fino al lancio della nuova versione: era il novembre 2012 e da allora Summly è stata scaricata quasi un milione di volte.
LA STRATEGIA – Ora Summly chiuderà: Yahoo! la strapperà all’App Store e ne acquisirà la tecnologia, secondo le linee guida della superboss Marissa Mayer, da mesi a caccia di startup da assorbire per rivitalizzare il gigante di Sunnyvale. E Nick diventerà uno specialissimo impiegato di un’azienda fondata quando lui non era ancora nato. Proseguirà gli studi al King’s College e frequenterà gli uffici londinesi del suo nuovo datore di lavoro. E quella montagna di soldi? «Per ora mi serve giusto un nuovo paio di Nike, il resto va in banca».
Gianluca Mercuri – corriere.it