E’ stata chiesta dalla Procura della Repubblica Enna una proroga alle indagini per truffa, abuso d’ufficio e peculato che vede coinvolto l’ex direttore del Consorzio di Bonifica Antonio Risita, 69 anni, che a giugno fu arrestato dalla Guardia di Finanza, quindi concessi gli arresti domiciliari e poi scarcerato. Queste indagini potrebbero prolungarsi sino al 30 novembre prossimo, su richiesta del Gip. L’accusa che viene ipotizzata dal procuratore Calogero Ferrotti è che il dottor Antonio Risita, difeso dall’avvocato Nicola Martello, si sarebbe fatto assegnare premi e compensi speciali, per svariate migliaia di euro, inoltre, l’accusa più grave, avrebbe utilizzato operai del Consorzio per lavori nella sua villa di Enna bassa; e dall’ufficio tecnico si sarebbe portati a casa sua delle carte geologiche e dei progetti del Consorzio. Intanto il Tribunale del Riesame ha fatto cadere una delle accuse, quella di peculato nell’utilizzo degli operai nella sua villa e d’altra parte Antonio Risita ha sempre respinto con forza questa accusa. Anche la segretaria del Consorzio Anna Paladino, implicata nella vicenda ha rigettato l’ accusa di peculato, documentando con scontrini l’acquisto di alcuni condizionatori che, invece, l’accusa sosteneva che appartenessero al Consorzio, ottenendo la immediata liberazione su istanza del suo legale, l’avvocato Antonio Impellizzeri. Ma i Pm che indagano su questa vicenda hanno chiesto di avere più tempo per indagare, anche perché pare che l’indagine, condotta dai finanzieri del nucleo di polizia tributaria, coordinati dal maggiore Michele Sciarretta, si sarebbe allargata, su altre situazioni che si sono verificate all’interno del Consorzio di Bonifica.