Enna. Occupazione aula Consiliare provinciale dei lavoratori Multiservizi

Enna. Hanno passato una notte all’interno della sala del consiglio, ieri mattina fuori davanti il palazzo della Provincia, poi l’incontro tra il presidente della Provincia, Giuseppe Monaco,con i sindacati ed una delegazione dei lavoratori della Multiservizi. Per loro il futuro è veramente incerto, allo stato attuale non ci sono soluzioni percorribili a meno che il loro problema non venga allegato ad altri problemi similari e ce ne sono tanti in Sicilia. In questo senso bisogna allertare la deputazione ennese in modo che il problema diventi regionale. C’era stata in consiglio provinciale la proposta di utilizzare le somme derivanti dalla locazione della Cittadella Universitaria e la riduzione del 30 per cento decisa dai consiglieri e dai componenti la giunta, ma queste somme con molta probabilità dovranno essere utilizzate per pagare gli stipendi del personale della Provincia tenuto conto dei tanti tagli subiti sia dalla Regione che dallo Stato, tanto è vero che c’è il rischio che il personale da agosto potrebbe anche non ricevere lo stipendio. Il presidente tutte queste cose, le ha dette alla delegazione ed ha fatto capire che le possibilità di un intervento è veramente difficile. Scornavacche per la Cgil, Bubbo per la Cisl, Barrile per la Uil hanno cercato di intavolare una trattativa costruttiva ma si sono dovuti arrendere davanti ad una realtà, quella della Provincia che non ha soldi e non sa dove trovarli, ed allora bisogna spostarsi in campo regionale, possibilmente collegandosi con altre società partecipate che si trovano in altre province in modo da farlo diventare un caso regionale. Il presidente Crocetta ha detto che non vuole fare “macelleria sociale”, ebbene questo è il momento di intervenire. Il problema della Gesip di Palermo è stato risolto, non si capisce per questi altri problemi non si risolvono. Sindacati ed operai non demordono. D’altra parte c’è da lottare per il futuro di un centinaio di famiglie che in provincia di Enna costituiscono un fatto socio-economico importante, per cui c’è da fare tutto il possibile per cercare di salvare il lavoro di queste persone, che sono sull’orlo della disperazione perché non ricevono soldi da diversi mesi e non possono accedere alla cassa integrazione perché l’hanno usufruita per diciotto mesi e l’assessore regionale al Lavoro, Ester Bonafede, ha dichiarato che è difficile ottenerla per altri sei mesi.