Enna. Indagini su ragazza di 16 anni che si buttò dal 7° piano dello studio del dentista a Palermo

Si era tolta la vita, gettandosi dal balcone del settimo piano di una palazzina di via Generale Chinnici a Palermo, dove era andata a trovare il dentista. Una vita tormentata quella sua, ma Martina aveva accusato il padre di averla obbligata a lavorare in campagna, e quindi non poteva andare a scuola, poi si era allontana da casa autonomamente, infine ha scritto ai giudici. Il padre Emanuele Nicotra è stato prosciolto dall’accusa di maltrattamenti nei confronti della figlia ed anche la Procura ha chiesto l’archiviazione. Una brutta storia con un brutto finale, proprio la morte di Martina. Gli insegnanti, a causa delle assenze, non riuscivano a capire il perchè, anche se poi all’esame dei fatti si capiva che la ragazza non digeriva il continuo controllo dei genitori. Sono intervenuti gli assistenti sociali, i carabinieri e il tribunale per i minorenni per cui si è aperta un’indagine sulla situazione familiare della ragazza. Proprio le sue false e circostanziate dichiarazioni, obbligarono le istituzioni ad allontanarla da casa ed a trasferirla in una casa protetta di Palermo. Da lì le ammissioni delle sue bugie,poi la fine tragica con la morte della ragazza precipitata dallo studio del dentista palermitano. A febbraio i genitori, assieme a parenti ed amici, avevano protestato davanti al tribunale, perché è stato chiesto con insistenza la verità sulla morte della ragazza. Attualmente sono in corso indagini sia ad Enna che a Palermo per stabilire se ci sono possibili responsabilità alla base della morte della ragazza. Il padre di Martina non è più accusato,l’archiviazione è stata chiesta dal sostituto procuratore Marco Di Mauro, il quale, sulla vicenda, non ha voluto rilasciare dichiarazioni; alcuni giorni fa aveva interrogato Emanuele Nicotra, presente il suo avvocato difensore, Giovanni Zagardo. I genitori stanno preparando un’altra manifestazione per ricordare Martina, nel giorno del primo anniversario del suicidio della figlia, avvenuto nel maggio del 2012. Intanto trapela che si va verso l’archiviazione dell’esposto presentato dai genitori di Martina, che riguardano le circostanze che portarono all’allontanamento della figlia. Sono stati presentati due esposti. Uno a Enna, per capire se ci sono stati abusi nelle procedure di allontanamento e uno a Palermo, per capire come può avere fatto Martina, ragazza di soli 16 anni, ad allontanarsi dalla comunità per minori senza controllo e avere tutto il tempo di organizzarsi per il suo insano gesto senza che intervenisse qualcuno.