Anche quest’anno, inaspettata, improvvisa, è arrivata a Morgantina la primavera, una calamità naturale per Aidone

Anche quest’anno, inaspettata, improvvisa, è arrivata a Morgantina la primavera, una calamità naturale che sommerge la città ellenistica con una vegetazione rigogliosa e tenace; anche quest’anno ha colto tutti impreparati, ha nascosto le strade, le colonne, le rovine di gran parte della città, si può dire che, per qualche miracolo, l’Agorà, tutto intorno ai monumenti, è stata liberata dalle erbacce (sembra che se ne stiano occupando, senza neppure essere attrezzati per la bisogna, gli ex carcerati, impiegati in lavori di pubblica utilità). La domenica scorsa, come fanno da qualche anno, i volontari dell’Archeoclub Aidone-Morgantina hanno iniziato la diserbatura e la pulizia di due case della collina ovest: la Casa della Cisterna ad Arco e quella dei Capitelli Tuscanici, un’azione faticosa e improba, anche perché: 1. le due case liberate saranno due isole nel mare verde, che tra qualche giorno prenderà i toni del giallo, che speriamo non divenga nero se ci scapperà il fuoco 2. l’opera meritoria dell’associazione, che dovrebbe diventare di esempio e di stimolo resterà del tutto nascosta e misconosciuta.
Quando due anni fa la direzione del Parco Archeologico aveva voluto fortemente promuovere il percorso attuale era sembrata, non a tutti in verità, un’iniziativa apprezzabile: finalmente la gente aveva la possibilità di visitare il quartiere ovest con le sue case eleganti e ricche di mosaici, da sempre trascurato, apprezzare la veduta dell’agorà dall’alto, percorrere la plateia A, la principale arteria della città; iniziativa apprezzabile nonostante la tortuosità del percorso più lungo del precedente, piuttosto faticoso per anziani e turisti frettolosi e difficoltoso per chi non è accompagnato da una guida, vista la carenza di cartelli e pannelli didascalici. Da qualche settimana, grazie all’opera di una associazione di volontari della protezione civile (e solo in loro presenza), il sabato e la domenica è nuovamente possibile l’accesso dal vecchio ingresso, che dalla strada lastricata dà direttamente sull’agorà, i turisti dovranno prima di munirsi di ticket presso la biglietteria. La sosta nella biglietteria permette di valutare l’opportunità di visitare l’edificio termale e quindi tornare sulla strada all’altezza della casa di Eupolemos e se necessario fruire del bar e del ristorante.
Restano delle domande che richiederebbero una risposta: 1) Quando sarà fatto, finalmente, il diserbo? E, a tal proposito, che fine avrà fatto quella disposizione voluta dal presidente Lombardo di impiegare i precari della Forestale in questi compiti? A noi poveri ingenui viene da chiedersi per quale motivo, almeno all’interno dei case e degli altri monumenti, non vengano utilizzati dei diserbanti ma si permetta che le erbacce si infiltrino negli interstizi delle pareti e dei pavimenti, che riescano a trapanare perfino i pavimenti di cocciopesto e gli stessi mosaici? 2) com’è possibile che mentre il sito di Morgantina continua a versare nell’abbandono, il personale è ridotto ai minimi termini, si continui a parlare di finanziamenti plurimilionari (6? 4? milioni di euro) per realizzare progetti improbabili di ampliamento del Museo, che distruggerebbero buona parte della Villa, (il giardino comunale, l’unica oasi di verde nel centro storico di Aidone), o per la ricostruzione del rudere della casa Boscarini, il famoso rudere settecentesco, al limitare dell’Agorà, per farci non si sa bene cosa! Ma allora se sono previste così tante strutture perché occupare pure la scuola elementare Truppia per la cui cessione tutti ci stiamo battendo? Si continua ad allargare a costruire strutture senza il personale che li possa gestire, viene facile pensare che i finanziamenti investiti in opere nuove rendono di più che utilizzate per garantire una corretta e decente gestione… facile anche immaginare la risposta: è quella la destinazione d’uso dei finanziamenti e non la si può cambiare. Ma chissà forse la nuova amministrazione regionale potrebbe farsi guidare dal buon senso e destinare le risorse là dove sono necessarie.
E intanto i volontari dell’Archeoclub anche la prossima domenica, e se necessario l’altra ancora, continueranno a ripulire le due case che hanno adottato: la casa della Cisterna ad arco e la Casa dei Capitelli tuscanici, nella speranza che intano cominci la pulizia generale del sito e che le “loro case” siano accessibili ai visitatori.

F. Ciantia


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