Rifiuti. Non tornano i conti tra Ato EnnaEuno e Comune di Nicosia

E’ sempre più scontro tra Ato rifiuti e Comune di Nicosia, che ha dato esecuzione ad una sentenza che riconosce un credito di 2 milioni e 200 mila euro che le Casse comunali attendono dal 2006. Somme che il Comune aveva anticipato per gli stupendi e che l’Ato non aveva versato entro i 20 giorni previsti dallo statuto. C’è stata una sentenza che ha riconosciuto le ragioni del Comune e che avrebbe dovuto essere fatta valere almeno 4 anni fa. L’Ato reagisce al pignoramento che riguarda anche i soci e quindi tutti i Comuni ennesi, ma qualcosa non torna nella nota che i commissari liquidatori dell’Ato hanno inviato al prefetto, alle procure di Enna e Nicosia e agli organi regionali. Secondo quanto riportato dalla nota «il Comune di Nicosia é debitore nei confronti di questa società per 792.477 euro relativamente al servizio espletato nell’anno 2012, di 632.555 per il servizio espletato nell’anno 2013, e di 3.767.886 per partite pregresse. Pertanto – si legge – in nostro credito alla data odierna ammonta a 5.192.918 euro».
Qualcosa non torna perché non è chiaro come l’Ato arrivi a questa cifra. Secondo una nota inviata alla Regione e per conoscenza ai Comuni di giorno 11 ottobre 2012 a firma del commissario Giovanni Interlicchia, il Comune di Nicosia risulta debitore a quella data di 2.193.776 euro. Nei giorni successivi al Comune giunge la nota a firma dei funzionari regionali Michelon e Lupo nella quale si conferma che il Comune è debitore della cifra indicata dall’Ato. A parte che non è chiarito se tale somma è calcolata dopo avere detratto i 2 milioni e 200 mila euro che l’Ato con sentenza è stato condannato a pagare, non si capisce come il collegio di liquidazione di cui Interlicchia fa parte, arrivi 7 mesi dopo a più di 5 milioni di euro se a ottobre il “debito” attestato dalla Regione ammontava a poco più di 2 milioni. Anche calcolando le somme maturate nel 2012 e per i primi 4 mesi del 2013, indicate dagli stessi liquidatori nella nota di due giorni fa si potrebbe arrivare ad un milione e 200 mila euro e, quindi, ad un totale di poco più di 3 milioni. Come si arrivi a 5 milioni di euro, sarà sicuramente “documentato nelle carte” che però il Comune non avrebbe ricevuto, dato che ha chiesto chiarimenti e lumi sulla somma indicata dalla Regione, senza peraltro, secondo il sindaco Malfitano, essere stato messo nelle condizioni di accertare la congruità delle cifre. La documentazione richiesta da Malfitano è stata consegnata da Interlicchia al commissario di polizia Daniele Manganaro, e il Comune ha già avviato l’esame delle voci di spesa, ma che da ottobre a maggio il debito” del Comune sia “levitato” di 3 milioni di euro appare improbabile.
«Chiedo certezza delle somme e chiarezza sui conti – ribadisce Malfitano – tanto più su questi nuovi numeri. L’Ente vanta un credito calcolato solo fino al 2008 di più di due milioni di euro e da questi come sindaco, ho l’obbligo di partire, come ho l’obbligo di accertare la congruità e far valere tutti gli eventuali diritti maturati successivamente dal Comune».
Tempo fa un analogo provvedimento di pignoramento contro l’Ato ed i Comuni in veste di soci, venne avviato dal Comune di Leonforte, che ottenne i decreti esecutivi. L’Ato a quel punto aveva effettuato con i rappresentati comunali la verifica delle partite di dare ed avere e, raggiunto l’accordo, i decreti ingiuntivi erano stati ritirati. In quella occasione non risulta che i vertici dell’Ato scrissero alle procure di Enna e Nicosia, ma accettarono le compensazioni tra i debiti che l’Ato aveva con il Comune di Leonforte ed i crediti che vantava su questo.
«Cerco il confronto da mesi – conclude Malfitano – e quando per chiarezza nei confronti dei cittadini invito l’Ato a discutere della questione a porte aperte, viene revocato l’incontro già fissato. Alla procura ho già segnalato nai mesi scorsi diverse disfunzioni, tra le quali l’utilizzo da parte dell’Ato per pagare la discarica, delle somme che avevano anticipato con un vincolo di destinazione, per pagare gli stipendi degli operatori ecologici».