Enna. Lavoratori ex Asen: licenziamento illeggittimo

Una delegazione dei lavoratori dell’ex Asen, ieri, è stata ricevuta dalla V Commissione Cultura, Formazione e Lavoro dell’Ars, per essere sentita in merito alla problematica del licenziamento da parte della municipalizzata in liquidazione; ritenuto “illegittimo ed in violazione della normativa regionale e nazionale di tutela dei posti di lavoro nell’ipotesi di passaggio della gestione di attività del servizio idrico”. All’audizione, alla quale hanno preso parte il direttore dell’Ato 5, Stefano Guccione, e il commissario liquidatore dell’Asen, Marco Mazzurco, erano presenti anche i deputati ennesi Luisa Lantieri e Antonio Venturino. A relazionare, a nome dei lavoratori, ai componenti della commissione, presieduta da Marcello Greco, è stato Francesco Salamone, il quale, fornendo pure una corposa documentazione, ha illustrato la contorta ed assurda vicenda.
«Ho spiegato, in sintesi – dice Salamone – che siamo stati assunti dall’Asen tramite regolare concorso; che seppur abbiamo avuto corrisposto il trattamento economico e normativo previsto dal contratto nazionale del settore gas-acqua, siamo stati sempre considerati dipendenti pubblici, tant’è vero che i nostri contributi previdenziali sono stati versati all’Inpdap; che al momento del trasferimento del servizio idrico al nuovo gestore AcquaEnna dovevamo transitare in quella società mantenendo, così come prevede la legge, il trattamento giuridico ed economico goduto all’Asen; che dopo sei anni e mezzo di comando/distacco, Acquaenna ha dato la sua disponibilità ad assumerci, ponendo però delle condizioni».
«Nel corso della discussione – sottolinea un altro componente della delegazione, Antonio Di Sipio – è intervenuto il direttore Guccione sostenendo che la mancata emissione del decreto da parte del presidente della Regione, sollecitato diverse volte, che doveva disporre il trasferimento del personale al nuovo soggetto gestore ha innescato un insieme di ricorsi, chiamando in causa anche l’Ato».
Ed è proprio su questo mancato decreto che si è avviata la diatriba. «Ad Acquenna – si legge in un documento – non è mai giunto, tantomeno nei termini di contratto, alcun elenco utile ai fini dell’adempimento dell’obbligo di assumere». Per cui, «tutti i lavoratori hanno definitivamente perduto ogni diritto» acquisito. «Ed, in conseguenza, il personale di cui all’art. 6 della Convenzione di gestione mantiene soltanto un diritto di precedenza».
Nel prendere parte alla discussione, il commissario liquidatore dell’Asen, Mazzurco, secondo quanto riferiscono i lavoratori, pare che abbia giustificato il licenziamento perchè si è attenuto a quanto previsto dal decreto Monti sul patto di stabilità.
«Una giustificazione inconcepibile – commenta Salamone – Se noi fossimo stati dei dipendenti a carico del Comune l’avremmo potuto capire. Ma fino a quando eravamo in comando siamo stati stipendiati da Acquaenna. Mazzurco, inoltre, ha tenuto a sottolineare che non può portare a termine la procedura di liquidazione fin quanto vi sono ricorsi aperti. Tranne che vi sia un ente che si faccia carico non solo del licenziamento del personale, ma anche degli eventuali danni erariali che si possano innescare con i contenziosi in atto. Il presidente Greco alla fine dell’audizione ha preso l’impegno di portare la vicenda Asen direttamente in discussione all’Assemblea regionale».
Giacomo Lisacchi