La colpa dei «pennivendoli»? Attaccare il movimento senza obiettività. Così il bersaglio diventa una cameraman, contro il quale viene scatenata la piazza. «Signora, alzi quella bandiera lì, non voglio che mi riprendano. Avanti, copra quella telecamera dietro di lei». Poi il grido «Fate la vostra parte siamo in guerra». Il pubblico inizia a scandire “Fuori-fuori” contro le telecamere in piazza. All’operatore che si appella al diritto di cronaca, Grillo replica: «sei lì che riprendi da 10 minuti. Stai riprendendo la mia persona, 3 minuti di diritto di cronaca bastano. Basta, la Rai non è la tua. È tua ma è anche mia. Fuori! Ho detto fuori! Spostati. Questi qui devono essere isolati».
Poi è il turno di Andrea Vianello, «che è diventato direttore di Rai 3, dell’emittente pubblica che perde 200 milioni dei nostri soldi». «Un nostro parlamentare ha fatto un elenco di giornalisti che stanno dentro la fondazione Vedrò, fondazione sostenuta economicamente dall’Eni. Anche l’Annunziata era sulla busta paga» afferma Grillo che continua: «ma quando il Tg3 deve fare un servizio giornalistico sui pozzi, come pensate che lo faccia il giornalista?». Grillo ripete il tormentone di tutti i comizi: «Siamo in guerra e io sono stufo, hanno messo in pericolo la mia famiglia, devo reagire. Hanno pubblicato l’indirizzo di casa mia e da allora vengono da ma dei pazzi depressi. Io non ci sto più al gioco di questa gente qua».
Foto by Francesco Librizzi