Silenzio assoluto sull’assenza totale di servizi igienici pubblici a Piazza Armerina

Piazza Armerina. Silenzio assoluto sull’assenza totale di servizi igienici pubblici a Piazza Armerina da parte dell’amministrazione. La città vive da tempo un generale degrado e vedere gente in cerca di un servizio igienico pubblico per soddisfare i loro urgenti bisogni da l’idea di dove Piazza Armerina si è cacciata. La città tante volte decantata “ a vocazione turistica” da parte dell’amministrazione da tempo ne è sprovvista con gravi disagi di cittadini e turisti in transito che devono necessariamente ricorrere ai bagni di bar e trattorie. Da tempo i cittadini hanno individuato uno spazio intimo da adibire a ” vespasiano”: facciata laterale del ex cinema Ariston opportunamente protetta dalla palizzata in legno. La palizzata oltre a nascondere l’obbrobrio del cinema ( da tempo l’amministrazione ha promesso la sua demolizione ) fa da separè agli sguardi indiscreti e ,diciamolo, anche un po’ schifati dei passanti. Vedere persone entrare attraverso uno spazio della palizzata e nascondersi dietro la palizzata è quanto mai degradante, ma la colpa non è del cittadino ma degli organi competenti che predicano bene e razzolano male. In realtà la città è dotata di tre punti di servizi igienici ma tutti e tre o sono chiusi e mai utilizzati ( vedi i locali di piazza Mareschalchi ) e quelli chiusi senza motivi validi di via Cavour in pieno centro storico, funzionanti e molto utili a visitatori e turisti che visitano il centro storico dove sono ubicati la Basilica della Cattedrale, il Museo Diocesano e il Museo di palazzo Trigona per non parlare della Pinacoteca, o quelli di via Altacura chiusi. E’ quindi facile vedere persone tra una palizzata o un angolo semi nascosto risolvere il problema igienico. Si spera che tutto questo degrado venga risolto, rendendo agibili almeno due servizi (Via Cavour e Via Altacura), altrimenti il vespasiano ubicato nel muro del ex cinema Ariston sarà ancora il luogo prescelto dai cittadini e magari da turisti in transito verso la zona archeologica e centro storico.

Piero Cancarè