Nicosia. Terzo colpo di scena, l’Ato ci ripensa e si riprende i 10 operatori ecologici del Comune

Nicosia. Terzo colpo di scena, l’Ato ci ripensa e si riprende anche i 10 operatori ecologici che aveva restituito al Comune, non ridendoli più in comando. Non c’è due senza tre e così la commissione di liquidazione dell’Ato rifiuti, in soli 6 giorni si tira fuori dal servizio di igiene ambientale a Nicosia e restituisce i comandati, poi 3 giorni dopo decide di riprendere il servizio e di svolgerlo solo con i propri operai e ieri decide di riprendersi anche i 10 che aveva “scaricato” solo 5 giorni prima. Un vortice di eventi ed un susseguirsi di colpi di scena degno della migliore “fiction thriller”. Si tratta di un servizio di primaria necessita, di persone che in una settimana passano dall’Ato al Comune e poi nuovamente all’Ato e di conti che continuano a non tornare. Con una nota giunta al Comune alle due del mattino di ieri, i commissari liquidatori dell’Ato hanno comunicato che riprendono in comando i 10 netturbini, forse rendendosi conto che, diversamente qualcuno avrebbe dovuto dimostrare perché se a svolgere raccolta e trasporto dei rifiuti oltre alla pulizia e spezzamento della città sono sufficienti 15 operatori ecologici, per anni ne sono stati impiegati ben 25. Comunque i “comandati” sono tornati ad esserlo e, ovviamente l’amministrazione comunale, ha disposto nuovamente il comando all’Ato rifiuti. Tutto torna, per il momento come è stato fino al 31 maggio. Per il momento perché l’amministrazione ha da tempo avviato le procedure per riprendere in carico al 100% tutta la gestione dei rifiuti come previsto dalla normativa regionale. In sostanza, comunque il servizio ad oggi torna all’Ato anche perchè il Comune lo aveva assunto sulla scorta della prima comunicazione del 31 maggio per far fronte all’emergenza e fino a quando non avrà completato le procedure per riprendere totalmente in carico raccolta e smaltimento del Rsu non può fare altro.
Sul tavolo rimane la questione del pignoramento da 2 milioni e 200 mila euro ottenuto dal Comune di Nicosia, sul quale il giudice dovrebbe pronunciarsi il 20 giugno prossimo e di contro la richiesta dell’Ato di saldare 1 milione e 300 mila euro, senza considerare che compensando dare e avere “a credito” rimane sempre il Comune. Intanto da chiarire, nel computo dei costi a carico non solo di Nicosia, ma di tutti i Comuni ennesi, come sono stati contabilizzati i circa 8 milioni di euro che il governo regionale Lombardo concesse all’Ato di Enna nel dicembre del 2011 per risolvere la crisi di liquidità che rischiava di paralizzare il servizio. Somma per le quali ci saranno comunque piani di ripartizione tra i comuni e rendicontazioni. Il Comune di Nicosia che contesta in generale le fatture, ha riscontrato che risulta una voce per la raccolta differenziata effettuata, ma che il volume dei rifiuti finiti in discarica è rimasto apparentemente invariato rispetto ai periodi in cui non c’era la differenziata.